16 Gennaio 2018

Immigrazione clandestina: 24 misure cautelari. Coinvolti anche impiegati pubblici e professionisti VIDEO


La polizia di Pistoia sta eseguendo, nelle province di Pistoia, Prato, Lucca, Pisa, Firenze e Roma, 19 ordinanze di custodia cautelare (una in carcere, 18 ai domiciliari) e 5 misure interdittive, emesse dal gip di Pistoia, a carico di altrettante persone gravemente indiziate, a vario titolo, di reati quali il procurato ingresso illegale e l’agevolazione della permanenza nel territorio dello Stato di più di 200 cittadini stranieri, in prevalenza provenienti dal Pakistan, corruzione, violazione del segreto d’ufficio, traffico di influenze illecite, riciclaggio, truffa ai danni dello Stato, falso ideologico e materiale, furto, omissione di atti d’ufficio e cessioni di sostanze stupefacenti.

Tra i destinatari delle misure, si spiega in una nota, anche impiegati pubblici e liberi professionisti. Altre 240 persone sono state denunciate in stato di libertà nell’ambito dello stesso procedimento. Nell’esecuzione delle misure cautelari, coordinata dal Servizio centrale operativo della polizia, hanno collaborato anche la squadra mobile di Prato, che ha eseguito l’arresto di 3 cittadini pakistani, il reparto prevenzione crimine ‘Toscana’ e due unità cinofile con cani antidroga provenienti da Firenze e da Bologna.
Tra i destinatari della misura della sospensione dal lavoro ci sono anche 2 impiegati del Comune di Pistoia, coinvolti in un filone parallelo: l’accusa è truffa ai danni dello Stato, per assenze ingiustificate dal lavoro molte delle quali, sarebbero avvenute per andare a comprare cocaina che poi consumavano in ufficio, come mostrato da alcuni video. Questo filone parallelo ha fatto scattare 6 arresti domiciliari nei confronti di altrettante persone, per lo più albanesi, tutte dedite allo spaccio di droga.

Ai domiciliari è finita un’ex poliziotta, oggi in pensione, che ha lavorato all’ufficio immigrazione della questura pistoiese. Sospeso invece dal servizio un impiegato della prefettura di Pistoia.

Unico finito in carcere è un pachistano titolare di una ditta di imbiancatura di Pistoia, indicato come il “principale artefice” del giro di falsi per lo più per il rinnovo dei permessi di soggiorno: 200 i procedimenti risultati irregolari, relativi a pachistani, i più, ad afgani, albanesi e marocchini abitanti in Italia e in altri paesi dell’Ue che in cambio avrebbero pagato fino a 1500 euro per un permesso e 8.000 per il ricongiungimento familiare. Proprio l’afflusso, da dicembre 2015, di decine di pachistani da fuori città alla questura di Pistoia per il rinnovo delle pratiche, ha fatto scattare le indagini. Una cinquantina di stranieri da regolarizzare risultavano assunti come imbianchini dal pachistano finito in carcere.

L’inchiesta ha portato anche al divieto temporaneo dell’esercizio della professione per un commercialista di Montecatini e una ragioniera consulente del lavoro di Agliana. Coinvolto poi un revisore contabile con studio a Pistoia e Montecatini: quest’ultimo avrebbe anche gestito in proprio pratiche. Il pachistano arrestato si sarebbe avvalso dei tre professionisti per realizzare la falsa documentazione da allegare alle istanze. Altri italiani dichiaravano falsamente l’ospitalità o di avere alle loro dipendenze gli stranieri. E’ inltre emerso che il pachistano avrebbe beneficiato dei favori di impiegati postali compiacenti addetti alla ricezione dei kit.
Per agevolare il procedimento, avrebbe anche corrotto alcuni pubblici ufficiali in servizio presso gli uffici dei vari Enti competenti. Quanto ai guadagni realizzati, grazie a connazionali complici li avrebbe investiti in immobili e terreni in Pakistan.

Riguardo all’ex poliziotta arrestata, il questore di Pistoia Salvatore La Porta ha sottolineato come “l’ufficio ha avuto gli anticorpi per poter reagire e fare quello che andava fatto”.

Il video dell’operazione

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