5 Marzo 2019

Trovato l’interprete, il processo “China truck” può ripartire


Trovato l’interprete il processo China truck può riprendere.
Il procedimento si era arenato sulla necessità di reperire un interprete per le numerose traduzioni di intercettazioni telefoniche dal dialetto del Fujian, area della Cina cui appartengono alcuni imputati dove si parla una lingua parecchio diversa dal mandarino, la lingua ufficiale di Pechino.
Il processo vede a giudizio quello che la Dda considera il ‘capo dei capi’ della mafia cinese in Europa, Zhang Naizong, e altri otto imputati, anch’essi orientali, accusati di reati maturati in lunghi anni di scontri fra le gang a Prato per il controllo di attività illecite, dalla contraffazione di merci, ai trasporti, al gioco d’azzardo, alla prostituzione, alla droga, allo sfruttamento della manodopera clandestina.
Ieri ha giurato davanti al tribunale un nuovo perito – una donna cinese – diverso da quello incaricato in precedenza che era un interprete di madrelingua araba il quale si sarebbe avvalso di collaboratori cinesi. La scelta aveva sollevato qualche perplessità tra le parti ed è stata superata. Nel giro di un mese saranno disponibili le traduzioni delle conversazioni mancanti. Il processo riprenderà il 14 giugno al palazzo di giustizia di Prato, dopo che le prime udienze si erano tenute all’aula bunker di Firenze.

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