29 Gennaio 2020

Avvisi di garanzia ai Discepoli dell’Annunciazione, il Vescovo Nerbini: “Grande dolore, spero che emerga presto la verità” VIDEO


“Tutta questa vicenda, indipendentemente da come andrà a finire è un’occasione di grande dolore vedendo le sofferenze che ha suscitato in tutti: in chi accusa, in chi è accusato, in chi ascolta, in chi vede”.
Così il vescovo Giovanni Nerbini ha commentato la notizia degli avvisi di garanzia inviati a 9 membri dell’ex associazione pubblica Discepoli dell’Annunciazione – nel frattempo soppressa – accusati di abusi sessuali.
Monsignor Nerbini ha espresso fiducia nella magistratura, dichiarando che al momento sono due le priorità: la ricerca della verità e la collaborazione con l’autorità civile.

Il vescovo ha poi cercato di ricostruire i fatti. Tutto è cominciato lo scorso giugno, quando all’allora vescovo di Prato Franco Agostinelli era stata presentata una denuncia da parte di un giovane membro dell’Associazione Discepoli dell’Annunciazione. Il giovane aveva raccontato che diversi anni prima – quando era minorenne – aveva subìto abusi sessuali e psicologici all’interno della comunità. Il Vescovo aveva dato immediatamente comunicazione alla Congregazione per la Dottrina della Fede, che a settembre ha disposto la celebrazione di un processo amministrativo penale.

Monsignor Nerbini, appena insediato, ha immediatamente provveduto all’apertura del procedimento – tuttora in corso – secondo le norme del Diritto canonico. Senza attenderne le conclusioni il vescovo si è recato lo scorso dicembre, di propria spontanea iniziativa presso la Procura della Repubblica di Prato, apprendendo che era già stata avviata un’inchiesta in merito. Attualmente gli esponenti dell’ex associazione si trovano tutti nello stesso luogo, ma non a Prato.

Poche settimane fa, peraltro, la Diocesi ha comunicato la soppressione, voluta dalla Santa Sede, dell’associazione Discepoli dell’Annunciazione. Il provvedimento, assunto dalla Congregazione vaticana per la vita religiosa prima e indipendentemente dall’avvio del procedimento penale canonico e delle indagini della Procura, è basato su gravi mancanze riguardanti il carisma e lo svolgimento della vita religiosa all’interno della comunità, oltre che dal venir meno degli aderenti.

 

 

Il vescovo Giovanni Nerbini ha chiesto a tutto il presbiterio diocesano e alle comunità religiose che le messe di oggi pomeriggio, mercoledì 29 gennaio, di domani, giovedì 30 gennaio, e di venerdì 31 gennaio possano essere applicate, oltre che al suffragio dei defunti, per la chiesa Diocesana in questo momento di particolare difficoltà.

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