Gara Tpl, Autolinee Toscane respinge la proposta di Mobit: “Illegittima l’acquisizione di rami di azienda”


“La proposta avanzata da Mobit di acquisire i rami d’azienda è illegittima e non prevista. Quindi non può essere accolta”. Così Autolinee Toscane respinge la richiesta di Mobit alla Regione per “un subentro ordinato senza contraccolpi per i cittadini” nel servizio di trasporto pubblico locale. Una richiesta avanzata dopo che il Consiglio di Stato, lo scorso dicembre, ha dato il via libera all’assegnazione del servizio per 11 anni al gruppo controllato dai francesi di Ratp. Mobit, nel chiedere comunque di aspettare l’esito di un nuovo, proprio, ricorso pendente al Tar, nei giorni scorsi aveva auspicato una eventuale procedura di subentro del nuovo gestore con modalità diverse: non tramite la cessione separata di immobili, autobus, attrezzature e trasferimento di personale, ma mediante acquisizione delle aziende o di rami di azienda dei gestori uscenti, oppure tramite operazioni societarie da attuare con questi ultimi.
Una proposta ritenuta irricevibile e illegittima da Autolinee Toscane: “Come sempre, ci atterremo a ciò che è contenuto e precisato in tutti gli atti di gara, che prevedono il passaggio di dipendenti, beni e mezzi. La proposta avanzata da Mobit di acquisire i rami d’azienda è illegittima e non prevista. Quindi non può essere accolta. Lo dice la legge regionale 42/98 e lo dice la gara, che definisce obblighi precisi, peraltro condivisi da tutti, in cui si parla sempre e solo del trasferimento di beni e mai di aziende. Questa è l’unica via legittima e percorribile” scrive l’azienda.

“Zavanella e Gori – prosegue Bruno Lombardi, presidente di Autolinee Toscane – dovrebbero ricordare che nel 2015 tutte le aziende, su espressa richiesta della Regione, hanno prodotto perizie dei loro beni, manifestato la scelta di trasferire i beni (in proprietà o locazione), confermato l’obbligo a trasferire detti beni (non le aziende) al gestore subentrante, vincitore della gara. Una eventuale modifica sarebbe illegittima, contraria alla legge regionale, al codice dei contratti pubblici, a quanto previsto nel bando di gara e pertanto sanzionabile dall’Anac, dall’Agcm oltre che dalla Corte dei Conti e dal Tar”.

“Il know how dell’azienda non sarà disperso”
Rispetto alle preoccupazioni di disperdere il know-how maturato dalle attuali aziende, l’azienda controllata dai francesi di Ratp assicura che “le competenze non saranno disperse ma valorizzate e che il vero know-how sta nell’esperienza del personale, nelle capacità acquisite, nella professionalità dei quadri, in quella dei conducenti, dei meccanici, degli impiegati che ogni giorno fanno funzionare il servizio”. “Tutto questo – prosegue l’azienda – sarà tutelato e garantito con il trasferimento dei 5.335 dipendenti, tra autisti, personale di manutenzione e amministrativi”.
Proprio per questo, dalla firma del contratto, abbiamo deciso di mettere a disposizione di tutti i dipendenti una mail (lavoro@autolineetoscane.it) attraverso cui potranno rivolgersi ad AT per chiarire dubbi, incertezze e chiedere informazioni su cosa accadrà nei prossimi mesi”.

“Comportamenti ostativi da parte di Mobit all’attenzione dell’Agcm”

Secondo Bruno Lombardi il percorso per garantire la continuità del servizio è un percorso “tracciato, condiviso e sottoscritto che però Mobit continua ad ostacolare con atteggiamenti che sembrano avere come unico scopo quello di allungare i tempi di una gara che si prolunga da oltre 7 anni, provocando incertezze e disservizi. E questo nonostante che il Tar, poi la Corte di Giustizia Europea e infine anche il Consiglio di Stato abbiano confermato correttezza e regolarità”. “Siamo sempre stati disponibili ad incontrare e confrontarsi con Mobit, anche se le attuali aziende hanno solo posto ostacoli, fornito risposte reticenti, frammentarie e parziali, costringendoci ad inviare decine di istanze per ottenere informazioni e accessi. E questo nonostante le procedure fossero definite, concordate e sottoscritte da tutti i soggetti”.

Autolinee Toscane sottolinea che questi comportamenti, ritenuti ostativi, sono già all’attenzione dell’Autorità di Garante della Concorrenza e del Mercato. “Pensare oggi di cambiare regole e condizioni (a gara conclusa) con nuove proposte oltre ad essere illegittimo, potrebbe condurre a pesanti sanzioni, da parte dell’Agcm, a danno delle attuali aziende che gestiscono il servizio”.

 

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