9 Marzo 2020

Coronavirus, Cgil: “Nei luoghi di lavoro vanno rispettate le ordinanze. In troppi casi non avviene”


“Bisogna rispettare anche nei luoghi di lavoro le disposizioni del governo nazionale e della Regione per contenere la diffusione del Covid19”. E’ il senso del manifesto appello, accompagnato da una sorta di decalogo, lanciato dal dipartimento di Salute e sicurezza della Cgil di Prato, al grido tutt’altro che retorico e di routine “la salute prima di tutto”, a seguito di numerose segnalazioni di inosservanza nei luoghi di lavoro delle ordinanze ministeriali e regionali. Mancato rispetto che, ricorda il documento, comporta “una sanzione penale”.

Nel testo emanato dal dipartimento di Salute e sicurezza della Cgil di Prato si elencano, nuovamente, i comportamenti da tenere nella fase d’emergenza da coronavirus:

non solo nei luoghi di lavoro vanno osservate le disposizioni emanate, ma anche i datori di lavoro devono farle applicare seriamente;

gli stessi datori di lavoro con i medici competenti, i responsabili Rspp (responsabili servizio prevenzione e protezione) e gli Rls (rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza), devono adottare tutte le misure per prevenire il rischio biologico, prevedendo misure migliorative e aggiornando il documento di valutazione dei rischi;

le lavoratrici e i lavoratori devono essere tempestivamente informati sulle misure prese e da rispettare;

nei luoghi di lavoro devono essere affissi cartelli con le disposizioni delle ordinanze (dal divieto di stringersi le mani alle modalità di ingresso, dalla quarantena al mantenimento delle distanze) e con le indicazioni su come lavarsi le mani, sulla necessità di igienizzare con più frequenza bagni, maniglie, scrivanie, sedie, corrimano, sull’uso, dove necessario, di guanti monouso, mascherine e dispositivi di protezione individuale;

i lavoratori provenienti dalle zone “rosse” (Lombardia e le 14 province indicate nel decreto dell’8 marzo) non devono recarsi al lavoro e devono mettersi in quarantena in casa, informando le autorità sanitarie come indicato dal decreto regionale. La stessa disposizione vale per ogni fornitore, visitatore, cliente, manutentore, individuo che a qualsiasi titolo entri in azienda;

nessuna attività di formazione, niente meeting, assembramenti e riunioni che non rispettino le distanze di sicurezza;

nei luoghi di lavoro aperti al pubblico i lavoratori devono essere protetti con divisori e devono essere regolati gli afflussi, anche con limitazioni a sale di attesa, casse, reparti, mense, stanze, corridoi, preservando comunque la distanza di un metro;

nell’attuale situazione di emergenza deve essere facilitato il lavoro da casa, attenendosi alle indicazioni contenute nel decreto governativo.

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