16 Aprile 2020

Il distretto vuole riaprire, Matteini (Gruppo Colle): “Tutti i giorni perdiamo clienti. Ma avremmo già le precauzioni per tutelare i lavoratori” VIDEO


362 milioni di fatturato in fumo nel distretto tessile di Prato, dallo scorso 23 marzo ad oggi. E’ il conteggio di Confindustria Toscana Nord sui danni che le aziende stanno subendo per effetto della chiusura imposta dal governo per arginare la diffusione del coronavirus. Giunti a 3 settimane di serrata, il tavolo di lavoro, che vede riuniti associazioni datoriali, parti sociali e istituzioni locali sta mettendo a punto un protocollo da sottoporre al governo. L’obiettivo è anticipare la riapertura del comparto – rispetto alla data stabilita a livello nazionale del 3 maggio – con misure di sicurezza condivise fra imprenditori e sindacati. Una base di partenza è il protocollo del settore moda firmato ieri a livello nazionale dai sindacati confederali, Confindustria e Sistema Moda.
Tra gli accorgimenti indicati nel documento per la prevenzione del coronavirus, ci sono mascherine in numero adeguato per ogni dipendente, necessarie in particolare quando il lavoro imponga distanze interpersonali inferiori ad un metro, detergenti per le mani, pulizia a fine turno e sanificazione periodica dei luoghi di lavoro, accesso agli spazi comuni contingentati, ingressi e uscita dei dipendenti ove possibile scaglionati; per quanto riguarda i fornitori sono indicate procedure di ingresso, transito e uscita con modalità e tempistiche predefinite, al fine di ridurre i contatti con il personale aziendale. Accorgimenti per cui le imprese del distretto, soprattutto quelle più strutturate come il Gruppo Colle, dove lavorano 180 dipendenti, si stanno attrezzando per poter ripartire quanto prima.

Nel video sotto l’imprenditore Riccardo Matteini Bresci, del Gruppo Colle, spiega le iniziative intraprese.

Quello della ripartenza nelle massime condizioni di sicurezza possibili è anche l’obbiettivo dei sindacati, che invitano a tener conto delle specificità delle aziende del distretto, comprese le più piccole della filiera.

Di seguito l’intervento del segretario della Femca Cisl Firenze-Prato Mirko Zacchei.

 

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