6 Maggio 2020

In tre mesi a Prato sparite quasi 300 imprese (-1%): male tessile, commercio e ristorazione. Marchetti (Fi): “La Regione intervenga per evitare il peggio”


«Solo nel primo trimestre 2020 la provincia di Prato ha registrato una mortalità d’impresa pari a 1.010 cessazioni. E le 718 nuove aziende nate nello stesso periodo sono escluse dai sostegni Cura Italia che ancora non arrivano nemmeno al resto della platea avente i requisiti. La Regione appronti con massima urgenza un paracadute di sostegni, defiscalizzazioni e misure di spessore o si preparerà un disastro epocale»: è allarmato, il Capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale Maurizio Marchetti, nello sfogliare i dati relativi alla nati-mortalità delle imprese nel primo trimestre 2020 elaborati da Infocamere attraverso l’analisi trimestrale Movimprese per conto di Unioncamere. 

In Toscana il saldo tra aziende nate e aziende cessate  è negativo con una perdita di 3.854 imprese. Il dato è frutto della nascita, nel primo trimestre 2020, di 7.087 aziende a fronte della cessazione di 10.941 aziende. 

Anche a Prato il quadro è critico: nel primo trimestre 2020 sono 718 le nuove aziende iscritte alla Camera di Commercio, a fronte di 1.010 cessazioni, con un saldo negativo di -292. Il totale delle imprese pratesi è così sceso a 33.283, di cui 28.729 attive. In pratica è andato bruciato il’1% del totale delle imprese attive. Soffrono un po’ tutti i settori: tra le 1900 industrie tessili attive, ce ne sono soltanto 28 nate nel primo trimestre di quest’anno, periodo in cui sono sparite 73 imprese. Significa che in appena tre mesi, di cui soltanto marzo caratterizzato dalla crisi da coronavirus, il comparto ha “bruciato” il 2,36% delle imprese precedentemente esistenti. Male anche il settore delle confezioni di articoli di abbigliamento, quasi esclusivamente a conduzione cinese, tradizionalmente molto “volatile”, che nel primo trimestre nel saldo nati-mortalità ha perso 41 imprese, a fronte di un totale di 4383 ditte attive. 

Male l’edilizia (nate 78 imprese, a fronte di 109 cessate, e venuto meno lo 0,8% del comparto), malissimo commercio e ristorazione. Il totale delle imprese commerciali è sceso sotto le 7000 attive e ha perso in 3 mesi l’1,65% del tessuto imprenditoriale: si sono spente 241 aziende, a fronte di sole 125 di nuova registrazione. Nella ristorazione il quadro è ancora peggiore: il 3% di bar e ristoranti ha chiuso i battenti (il saldo negativo è di 36 aziende, considerate le 11 aperture e le 47 cessazioni. Anche le attività immobiliari pagano dazio: perse 31 imprese, nel saldo tra 24 nuove attività e 55 cessazioni.

“Sono cifre che fanno spavento, ma non sono che l’avvio della valanga innescata dall’emergenza covid-19 – sottolinea Maurizio Marchetti – i cui riverberi si faranno purtroppo sentire in maniera assai più accentuata nei prossimi trimestri. Non che io abbia la palla di cristallo né sia un catastrofista in saldo – mette le mani avanti Marchetti – ma i fatti parlano chiaro. Al lockdown hanno fatto riscontro misure assunte solo sulla carta, perché rispetto alla platea degli aventi diritto sono pochissime le aziende che hanno avuto concretamente accesso ai sostegni. In più c’è tutto il segmento di aziende nate nel 2020 che restano persino escluse dal provvedimento che già è una beffa. Ma comunque: le imprese registrate di fresco quest’anno non hanno da poter presentare una dichiarazione dei redditi. Per questo non possono accedere al fondo per le pmi ampliato, sulla carta, dal Cura Italia. Per loro, appena aperte e quindi ‘in culla’ rispetto al mercato, non restano che le linee di credito tradizionali a tassi non agevolati. Ma con quali garanzie? Insomma, qui c’è il concreto rischio di ecatombe».
L’appello: «Oggi è già tardi. La Regione deve frugarsi in ogni angolino delle tasche e mettere a punto lei stessa un portafoglio per erogazioni a fondo perduto a partire da chi è escluso perfino dalla pia speranza di altri sostegni. La Toscana, export a parte, era già in condizioni economiche critiche. Viene da anni di stagnazione e andamento lento in economia. Se adesso Rossi&C. anziché fare post su Facebook non attuano misure concrete – conclude Marchetti – per il tessuto economico, produttivo ed occupazionale della Toscana sarà la mazzata finale».

Subscribe
Notificami
guest
0 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments