12 Novembre 2020

La Fondazione Agnelli promuove le scuole pratesi: ecco quelle che preparano meglio all’università e al mondo del lavoro


Performance positive soprattutto fra gli istituti tecnici, per le scuole pratesi, rispetto a quelle di Firenze e Pistoia, nella preparazione al mondo del lavoro. Lo dice la classifica di Eduscopio (www.eduscopio.it), il report annuale della Fondazione Agnelli che intende comparare le scuole italiane, valutando due tipi di performance degli studenti usciti dalle superiori: da una parte, i risultati dei neo-diplomati nel loro primo anno di università (un indice, chiamato FGA, tiene conto della media dei voti al primo anno e del numero di esami sostenuti); dall’altra l’accesso al mondo del lavoro (in questo caso è presa a riferimento la percentuale di coloro che hanno lavorato almeno 6 mesi nei due anni post-diploma e l’attinenza dell’occupazione con il titolo di studi). 

Per quanto riguarda la preparazione all’università, tra i licei sono le scuole pistoiesi a svettare nell’area metropolitana guidando le classifiche dei licei classici, scientifici e linguistici. 

Tra i licei classici, il Cicognini Rodari è sesto su nove scuole con un indice FGA di 74,78. I suoi studenti diplomatisi nel 2015, nel 2016 e nel 2017 al primo anno di università hanno una media voto di 27,72 trentesimi e sono riusciti ad ottenere il 68,5% dei crediti formativi (numero di esami) previsti nel piano di studi. Fanalino di coda, al nono posto, il Convitto Cicognini con indice 58,09. La media voto universitaria al primo anno è in questo caso del 25,21 con il 56,1% di crediti ottenuti. 

Tra i licei scientifici molto bene il Copernico, quinto su 25 scuole a indirizzo scientifico nell’area Prato-Firenze-Pistoia, con indice FGA 79,35, frutto di una media voto di 27,4 riportata al primo anno di università dai propri diplomati, che hanno superato oltre l’80% degli esami previsti. A metà classifica troviamo il Livi con indice 69,13, media voto del 26,06 e 71% di esami superati. Anche in questo caso il Convitto Cicognini è tra le ultime posizioni con indice 56,8 (media voto 25,1 e percentuale di crediti formativi ottenuti pari al 54,39%).

Nei licei linguistici si ribaltano i rapporti di forza tra Livi e Copernico: qui è il Livi che può vantare una posizione migliore con indice 67,26 (media voto che sfiora il 26 e 68,26% di esami superati), mentre il linguistico Cpernico ha indice 62,88 (la media voto è più alta, 26,16, ma pochi sono i crediti formativi ottenuti, il 57,73% di quelli previsti dal piano di studi). All’indirizzo scienze umane, il liceo Cicognini Rodari è tra i migliori nell’area metropolitana, con indice 59,18 (media voto 24,76 e 62,02% di esami superati).

Per quanto riguarda le scuole a indirizzo tecnico, tecnologico, tecnico-economico e ad indirizzo professionale, i parametri considerati sono, come detto quelli dell’accesso al mondo del lavoro. 

In queste classifiche primeggia il Buzzi, fra le tre migliori scuole in tutta l’area Prato-Firenze-Pistoia-Empoli: l’85,71% dei suoi diplomati non iscrittisi all’università ha lavorato almeno 6 mesi nel biennio post-diploma. Un dato ancora più positivo, se si considera che il 55% degli studenti ha una qualifica professionale perfettamente in linea con il titolo di studi conseguito. Da segnalare anche le buone performance di chi uscito dal Buzzi, sceglie l’università (indice 62,12 grazie a media voto di 25,48 al primo anno accademico e 62% di esami superati). 

Ottimi risultati anche per il Marconi, con il 79,19% di ragazzi che hanno lavorato almeno 6 mesi nei due anni successivi al diploma, con un 55% di lavoro attinente agli studi.  

Bene anche il Dagomari, che fra gli istituti tecnico-economici è in testa nell’area metropolitana con il 73,72% di occupati e il 20,2% di attinenza. Più staccato il Gramsci Keynes (62,81% di occupazione e 16,13% di lavoro attinente agli studi). 

Fra gli istituti ad indirizzo professionale-servizi buone performance del Datini: 63,72% degli studenti ha trovato lavoro per almeno 6 mesi nel biennio post-diploma, per oltre un terzo dei casi in settori perfettamente attinenti al titolo di studio. Più staccato il Dagomari con appena il 53,44% di occupazione e il 14,29% di attinenza. 

Tra gli istituti tecnici i risultati peggiori sono quelli del Gramsci Keynes: solo uno studente su 4 ha trovato lavoro, e appena il 16% in un settore attinente agli studi.

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