4 Gennaio 2021

Covid, Confcommercio contraria all’ipotesi di chiusura delle attività il 9 e 10 gennaio: “Basta giocare con il futuro delle imprese”


Stop ai provvedimenti lampo, “serve un piano strutturale”. Così Confcommercio Pistoia e Prato interviene in merito alla paventata chiusura delle attività i prossimi 9 e 10 gennaio. Il Governo sta infatti discutendo in queste ore le possibili restrizioni che seguiranno la Befana e non si esclude che il prossimo weekend possa riportare l’Italia in zona arancione o, addirittura, rossa. Una ipotesi che non piace all’associazione, che dice “no” alla chiusura del 9 e 10 gennaio e chiede all’Esecutivo di “smettere di giocare con il futuro di imprese e lavoratori”.

“L’atteggiamento con cui il Governo apre il nuovo anno è inaccettabile: dopo 10 mesi di emergenza si parla ancora di comunicazioni incerte, ipotesi di chiusure, provvedimenti lampo che vanno a coprire solo alcune giornate. Non è ancora chiaro che il virus non ha giorni fissati sul calendario?”, tuona Confcommercio.

“Le nostre aziende, i nostri territori hanno subito il lockdown natalizio rivedendo all’ultimo minuto i propri piani e senza ricevere con la tempestività promessa gli indennizzi previsti che, siamo chiari, non sono certo sufficienti a mettere in sicurezza il futuro delle attività ma risultano ormai indispensabili per avere una possibilità di sopravvivere – spiega l’associazione -. E adesso si parla di nuove chiusure il 9 e il 10 gennaio, il primo fine settimana in cui era prevista l’apertura dopo mesi di ‘stop’, e che invece sarà, per tutta Italia, ‘arancione’ o addirittura ‘rosso’. Ma, allo stesso tempo, tutte le regioni – comprese quelle con l’indice Rt più alto – saranno ‘gialle’ il 7 e l’8 gennaio. Con quale criterio vengono prese le decisioni? Forse non ci si rende conto che queste disposizioni condannano a morte milioni di imprese e mettono in pericolo milioni di posti di lavoro, senza avere un reale impatto nella lotta al virus”.

“Non possiamo restare in silenzio a guardare questo gioco – continua ancora Confcommercio -. Veniamo da dieci mesi in cui la responsabilità per la buona riuscita della lotta alla pandemia è stata attribuita unicamente ai comportamenti di imprese, lavoratori e cittadini che continuano a veder limitata la propria libertà personale e professionale. L’intero Paese è stato fermato e alla luce di questo è intollerabile oggi sentir dire al Ministro della Salute ‘dobbiamo organizzarci per la terza ondata’. No, dovevamo già essere pronti”.

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