12 Febbraio 2021

Manifestazione contro gli stupri a Prato: “Quel bar deve chiudere”


Si ritroveranno a mezzogiorno alla stazione del Serraglio. Poi da lì si incammineranno verso via del Seminario per manifestare davanti al bar Pancaffè. E’ l’iniziativa organizzata per domattina dall’associazione ‘Non una di meno Firenze’, movimento globale contro la violenza di genere che vuole porre l’attenzione dell’opinione pubblica sulla tematica dello stupro. L’evento viene organizzato proprio a Prato perché il bar Pancaffè di via del Seminario è stato aperto da Marco Camuffo, l’ex carabiniere accusato di stupro ai danni di una studentessa americana a Firenze nella notte fra il 6 e il 7 settembre 2017. Per ora siamo arrivati al secondo grado di giudizio, con una condanna a 4 anni e 6 mesi, in primo grado era stato condannato a 4 anni e 8 mesi. Una storia, quella dell’apertura del bar Pancaffè, rilevato da una precedente conduzione cinese, che era stata raccontata proprio da Tv Prato (leggi l’articolo). Che però solo in un secondo momento è venuta a conoscenza che il titolare era l’ex carabiniere accusato di stupro.

Le promotrici dell’evento daranno vita a una manifestazione con interventi, cori, volantinaggio e informazioni sulla parità di genere. Dall’associazione ‘Non una di meno’ ribadiscono di non volere parlare con Camuffo, invitano a non portare bandiere di partito all’evento e non chiedono la presenza delle istituzioni. “A livello istituzionale – spiegano – è importante che aumentino i fondi per i consultori, per i centri antiviolenza, per promuovere la parità di genere ovunque a cominciare dalle scuole”. L’associazione chiede la chiusura del bar e ribadisce che lo stupro non può essere considerato un inciampo nel cammino di un uomo, né tantomeno considerato un reato inferiore ad altri.

Sul presidio di domattina interviene anche il comitato direttivo della Camera Penale di Prato, invitando i promotori “a ripensarci”. “Il nostro concittadino messo all’indice come stupratore è ancora in attesa di giudizio – spiegano dalla Camera Penale – Quindi è assistito dalla presunzione di non colpevolezza. La giustizia non si esercita in piazza con i forconi, bensì nelle sedi opportune” conclude la Camera Penale.

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