1 Marzo 2021

Texprint: intervento delle forze dell’ordine al presidio Si Cobas, che annuncia una manifestazione per sabato 6 marzo


Momenti di tensione, stamani alla Texprint, la stamperia tessile di via Sabadell, dove da 40 giorni è in corso lo sciopero a oltranza e da 18 giorni il presidio permanente, entrambi indetti  dal Si Cobas, che protesta per le condizioni di 18 lavoratori iscritti al sindacato, su una forza lavoro complessiva di una settantina di addetti.
La situazione sarebbe precipitata quando alcuni dei manifestanti si sono sdraiati davanti ad un furgone che stava uscendo dall’azienda, che è di proprietà di quattro cinesi. Sono intervenuti polizia e carabinieri che hanno rimosso il blocco, portando in questura due manifestanti. I sindacalisti riferiscono che i due operai si sarebbero feriti alle mani durante le operazioni di rimozione del picchetto.
Il Si Cobas parla di un fatto grave, un intervento “con violenza per tentare di sgomberare i lavoratori, scegliendo ancora una volta di stare dalla parte sbagliata”, mentre dalla Questura si riferisce di due persone portate in ufficio perchè prive di documenti, per le operazioni di identificazione.
La vertenza sindacale, che nelle scorse settimane ha visto naufragare il tavolo di conciliazione aperto in Prefettura, si è arenata dopo diversi incontri. Il Si Cobas chiede l’assunzione a tempo indeterminato degli addetti, alcuni dei quali inquadrati con contratti di apprendistato, e un orario di lavoro di otto ore giornaliere per cinque giorni settimanali. Dall’azienda è giunta la proposta di una buonuscita per gli operai, respinta al mittente dal Si Cobas.
Nei giorni scorsi altri lavoratori della Texprint, non iscritti al Si Cobas, hanno denunciato le modalità del presidio e dello sciopero: una sorta di “posto di blocco” praticato dai manifestanti per ostacolare il trasporto delle merci con controlli anche alle auto in ingresso, che arrecherebbero disagio a dipendenti e collaboratori e danni all’azienda, mettendone a rischio la prosecuzione dell’attività.

Il Si Cobas, da parte sua, fa sapere che è in atto una grande gara di solidarietà coi lavoratori in sciopero: “La lotta dei lavoratori di Texprint riceve il sostegno di decine di cittadini di Prato e dintorni” affermano Luca Toscano e Sarah Caudiero.
Nell’ultima settimana, riferisce sempre la stessa sigla Si Cobas, “tantissime persone hanno continuato a raggiungere il presidio permanente in via Sabadell, nel cuore del Macrolotto di Prato, per portare il loro aiuto concreto. Cibo, tende, mascherine, disinfettante, gazebo, batterie, legna, ombrelloni, frutta, brandine, coperte… Una prova di solidarietà emozionante che dimostra quanto i lavoratori non siano soli nella loro battaglia, per la dignità e il rispetto delle leggi sul lavoro e del contratto nazionale”. Sempre secondo il Si Cobas “i18 lavoratori di Texprint si stanno mettendo in gioco in prima persona per mettere un freno al cancro dell’imprenditoria illegale che affligge il distretto tessile”.

Annunciata una manifestazione a Prato per sabato 6 marzo alle ore 16.30 in piazza del Comune, per dare “sostegno a questa battaglia fondamentale per i diritti, la dignità e la democrazia, che sta facendo luce su un sistema di sfruttamento sistematico nel distretto tessile a cui è arrivato da tempo il momento di dire basta”.

 

Le reazioni politiche
Il vice capogruppo alla Camera del MoVimento 5 stelle Riccardo Ricciardi, la presidente del gruppo pentastellato in consiglio regionale Irene Galletti e i consiglieri comunali di Prato Carmine Maiorello e Silvia La Vita annunciano un’azione coordinata per fare chiarezza sulla situazione della Textprint di Prato.

“Il presidio permanente ai cancelli della fabbrica di alcuni lavoratori della Texprint, stamperia a conduzione cinese del Macrolotto di Prato, è l’ennesimo esempio di crisi di un settore, quello tessile, che negli ultimi anni ha visto il dilagare di episodi di sfruttamento della manodopera e illegalità diffusa, al pari dei campi agricoli piagati dal fenomeno del caporalato”. E’ il commento di Riccardo Ricciardi, deputato toscano, vice capogruppo 5 Stelle, sulla vertenza sindacale condotta da Si Cobas. “Abbiamo registrato l’allarme grazie alle segnalazioni di chi ha avuto il coraggio di sporgere denuncia, molti dei quali sono lavoratori immigrati, ai sindacati, e alla stampa che documenta episodi come questo. Massima solidarietà quindi, ai lavoratori che stanno denunciando sfruttamento, orari massacranti, paghe inadeguate, infortuni gravi e contratti fasulli”.
“Ho scritto una lettera all’assessore Ciuoffo per metterlo a conoscenza della situazione e per saperne di più su cosa la Regione Toscana intenda fare nei confronti di quello che a Prato sta diventando un allarme sociale” aggiunge la consigliera regionale del Movimento 5 Stelle Irene Galletti. “La Regione, in particolare, si è impegnata per promuovere la sicurezza e la legittimità delle pratiche nei luoghi di lavoro, tra le quali vi è proprio il progetto “Prato Lavoro Sicuro”. Durante la mia campagna elettorale abbiamo raccolto le difficoltà degli imprenditori e dei lavoratori della zona, oggi ci sembra venuto il momento di dare loro delle risposte. Incredibile che nel 2021, in Toscana, alcuni lavoratori non abbiano accesso alle tutele e alle garanzie di un contratto in regola. Per come ci viene descritta, la situazione è allarmante”.
“Siamo stati ad incontrare i lavoratori in sciopero permanente dal 18 gennaio” concludono i consiglieri comunali del Movimento Carmine Maioriello e Silvia La Vita, “abbiamo ascoltato le loro ragioni che, se confermate, sarebbero più che comprensibili. La politica in queste situazioni deve fare la sua parte. Il M5S è da sempre vicino ai lavoratori che lottano per veder riconosciuti i loro diritti. Auspichiamo che si possa giungere ad un ragionevole ricomponimento delle parti coinvolte in tempi rapidi anche con la riapertura di un tavolo di trattative presso la Prefettura di Prato”.

Secondo la segreteria regionale e la Federazione di Prato di Rifondazione Comunista “quanto sta avvenendo ai lavoratori della Texprint di Prato è assolutamente inaccettabile”.
“Si fermi subito l’azione poliziesca di sgombero e di fermo di alcuni di loro, e si ripristini un clima che permetta di riaprire correttamente la vertenza – prosegue la nota di Rifondazione Comunista -. Noi esprimiamo solidarietà ai lavoratori coinvolti e ai sindacalisti, e chiediamo che tutte le parti si assumano le loro responsabilità. Se si può avere legittime opinioni differenti sulle modalità di lotta, ma che sia inaccettabile la chiusura di ogni volontà di dialogo da parte della proprietà, e il silenzio da parte delle istituzioni, è comunque inaccettabile. Chiediamo che tutte le parti agiscano per riportare al tavolo tutti gli attori coinvolti, nella consapevolezza che non si può far finta di non vedere che situazioni – e neanche episodiche – di sfruttamento vero e proprio dei lavoratori caratterizza pezzi del distretto tessile pratese. Intendiamoci, se la competitività al ribasso è sempre stata una delle caratteristiche del luogo, questa con la fase di crisi dovuta alla pandemia rischia di moltiplicarsi, con conseguenze drammatiche. Non sarebbe il caso di aprire una riflessione generale sullo stato del distretto nella pandemia, e sulle condizioni di lavoro che si vivono in esso? Noi pensiamo di sì, gli altri escano dal mutismo e si pronuncino. Nello specifico la nostra solidarietà ai lavoratori Texprint si esprimerà anche con sostegni concreti, oltre che vicinanza fisica e morale”.

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