Il Tar di Firenze si pronuncia contro il ricorso della Texprint e conferma l’interdittiva antimafia applicata dalla Prefettura di Prato lo scorso febbraio. I giudici amministrativi hanno infatti respinto la richiesta di sospensiva presentata dall’azienda. Lo stesso Tar dovrà ora pronunciarsi nel merito del provvedimento.
L’interdittiva antimafia è uno strumento amministrativo finalizzato al contrasto di fenomeni di infiltrazione mafiosa, che impedisce alle pubbliche amministrazioni di dare in appalto lavori, commissionare forniture e riconoscere erogazioni nei confronti delle aziende colpite dal provvedimento. L’interdittiva antimafia nei confronti della Texprint era scaturita dall’inchiesta della Dda che vedeva indagato Sang Yu Zhang, detto Valerio, dipendente della Texprint, il quale a titolo personale era accusato di aver fatto confluire in Cina ingenti quantità di denaro, frutto di riciclaggio per conto di società vicine alle cosche della ndrangheta.
Il 30 marzo scorso Sang Yu Zhang è stato assolto da tutte le accuse dal Tribunale di Milano, ottenendo la restituzione dei beni sequestrati. “Le motivazioni della sentenza non sono state ancora depositate; appena lo saranno, contiamo di portarle dinanzi al Tar per ottenere ragione nel merito e la cancellazione dell’interdittiva antimafia” afferma l’avvocato Pasquale Annicchiarico, del gruppo di legali che assiste la Texprint.
Gli stessi giudici del Tar, nell’ordinanza emessa ieri specificano che “il provvedimento di assoluzione intervenuto in sede penale” a favore di Sang Yu Zhang, “dovrà essere valutato ai fini della revoca della misura applicata”.
Altra considerazione espressa dal Tar riguarda il ruolo di Valerio all’interno dell’azienda; per il Si Cobas si tratta del “capo”, per la Texprint è il responsabile tecnico della produzione, essendo Hong Bo il titolare della società.
“Le risultanze fattuali – scrive il Tar – con particolare riferimento alla vertenza sindacale che ha interessato l’impresa ricorrente nel corso della quale Sang Yu Zhang si è proposto come rappresentante della stessa qualificandosi “direttore”, sembrano indicare che egli in via di fatto svolge un ruolo di primo piano nella compagine aziendale”.
“Secondo l’istruttoria della prefettura, Sang Yu Zhang, detto Valerio ha diretto tutte le trattative sindacali, e si è qualificato lui stesso come direttore, smentendo l’ennesima fantascienza dell’azienda che sosteneva che Valerio fosse un semplice dipendente” scrive il Si Cobas, che rinnova l’appello alle istituzioni: “Il Tar conferma che quella della Texprint non è una semplice vertenza sindacale e ancor più è necessario che le istituzioni si stringano attorno ai lavoratori che hanno avuto il coraggio di mettersi contro un’azienda con legami con la criminalità organizzata. Speriamo che questa possa essere l’occasione per il Sindaco Biffoni di prendere coraggio e ricevere i lavoratori della Texprint, che ancora una volta si è rifiutato di incontrare, decidendo piuttosto di mandarli allo sportello antisfruttamento. I lavoratori in sciopero andranno allo sportello ma dai rappresentanti del Comune di Prato si aspettano una presa di posizione politica che si schieri dalla parte di chi sta provando, con gli strumenti che ha, a cambiare il sistema di sfruttamento presente nel tessile pratese”.
“Il Si Cobas fa bene a fare un appello alle istituzioni: lo facciamo anche noi per chiedere che venga messo fine ad una vicenda incresciosa che tramite il compimento di veri e propri reati impedisce di lavorare ad un’azienda in regola” – ribatte l’avvocato della Texprint -. “Continuiamo quotidianamente a presentare denunce perchè, nonostante l’avviso di conclusione indagini notificata a 27 persone per reati quali violenza privata aggravata in concorso, danneggiamento, percosse e lesioni personali, continuano le azioni dei manifestanti Si Cobas che bloccano le merci e impediscono il libero accesso all’azienda, pregiudicandone gravemente l’attività”.
