Emporio, +40% di volontari e 900mila euro di prodotti donati. Nell’anno del Covid è cresciuta la solidarietà


Nel momento del bisogno Prato riesce sempre a dare il meglio di sé. Lo sa bene l’Emporio della Solidarietà che nell’anno più difficile della nostra storia recente, quello segnato dalla pandemia, ha potuto contare su un vero e proprio «slancio di solidarietà» da parte dei pratesi e delle aziende del territorio. Nel 2020 il numero dei volontari che si sono offerti di dare una mano al supermercato per famiglie in difficoltà gestito dalla Caritas è aumentato del 40%, mentre la catena dei fornitori dei prodotti da distribuire ha generato un volume di donazioni di oltre 900mila euro in più rispetto all’anno precedente. Sono i dati che emergono dal bilancio sociale 2020 dell’Emporio presentato questa mattina nella sede di via del Seminario alla presenza del comitato promotore del progetto, composto da Diocesi, Comune, Provincia e Fondazione Cassa di Risparmio di Prato.
Fu la città infatti, con le sue componenti istituzionali, a dar vita nel 2008 a un servizio sociale che superasse la logica della – pur meritoria – consegna dei pacchi viveri a chi ne aveva bisogno. L’idea, poi rapidamente diffusa nel resto d’Italia, fu quella di creare un vero e proprio supermercato nel quale le famiglie che stanno vivendo momenti di difficoltà potessero avere un aiuto nel fare la spesa. All’Emporio non si usano soldi: per «acquistare» i prodotti si utilizza una tessera contenente dei punti assegnati dalla rete composta da Servizi sociali del Comune di Prato, Centri d’ascolto Caritas, Centro di Aiuto alla Vita, Conferenze della San Vincenzo de Paoli e Volontariato Vincenziano.

Il sostegno dei promotori. Per il funzionamento del progetto Emporio, composto da una zona supermercato, un grande magazzino e da una complessa ed efficiente organizzazione di gestione, approvvigionamento e distribuzione, gli enti promotori del servizio si impegnano versando un contributo annuo: Fondazione Cassa di Risparmio di Prato con 70mila euro, Comune con 50mila euro, Caritas con 20mila euro (e la gestione del servizio) e la Provincia con la concessione in comodato degli ambienti di via del Seminario.

 

Il vescovo Giovanni Nerbini e l’assessore Serena Spinelli con i promotori dell’Emporio e i sostenitori del progetto

«L’esperienza dell’Emporio ci ricorda quanto sia essenziale la collaborazione tra gli enti – ha osservato il vescovo Giovanni Nerbini – i grandi progetti si fanno solo se tutti collaborano, altrimenti sono solo dei piccoli progetti. Questo bilancio ci dice anche che abbiamo un grande tesoro da custodire: quello del volontariato, a tutti coloro che hanno dato una mano va il nostro grazie». «Possiamo dire che l’urto è stato retto – ha detto il sindaco di Prato Matteo Biffoni – questa città ha risposto con la grande generosità che conosciamo. Prato spesso “buba”, brontola ma quando c’è da impegnarsi per gli altri lo fa sempre con il massimo impegno. Per noi l’Emporio è ormai un dato di fatto. Noi enti cittadini siamo i doverosi custodi e gli attenti accompagnatori di un servizio che per la città è diventato insostituibile».
Di «modello straordinario e un valore per tutti» ha parlato il presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Prato Franco Bini, «l’Emporio è una lezione per la città che cerca di liberarsi dalle conseguenze pesantissime della pandemia: solo lavorando insieme a progetti condivisi che guardano alle necessità concrete delle persone potremo uscire dalle difficoltà. Se seguiremo il modello Emporio possiamo farcela!». A rappresentare la Provincia di Prato c’era il vice presidente, e sindaco di Vernio, Giovanni Morganti: «Quelli che ci presenta l’Emporio sono numeri che fanno impressione, leggendo il bilancio sociale si capisce bene che dietro questa organizzazione c’è un lavoro di qualità fatto in modo professionale. Io ho un sogno, vorrei provare a esportare il progetto Emporio anche nelle zone più lontane della provincia e già ci stiamo lavorando insieme alla Caritas».
Presente anche l’assessore regionale alle politiche sociali Serena Spinelli che ha avuto modo di visitare e conoscere l’Emporio. «Il 2020 è stato un anno difficile e ci racconta che a livello regionale ci sono 16mila persone in più sotto la soglia di povertà e per questo è sempre più importante operare una valutazione attenta dei bisogni – ha detto l’Assessore –. L’obiettivo dei servizi sociali non è quello di sostenere e basta ma quello di dare ai cittadini gli strumenti utili per uscire da una situazione di difficoltà. Abbiamo certamente bisogno di fare rete tra le istituzioni e il terzo settore per intercettare e interpretare nuove situazioni di disagio. In questo senso credo che l’Emporio rappresenti una delle tante realtà straordinarie che abbiamo sul territorio regionale».

Seimila pratesi sostenuti. Che il 2020 sia stato un anno difficile ed eccezionale lo sappiamo tutti e anche l’Emporio lo può testimoniare attraverso questi numeri: nel periodo dell’emergenza sanitaria le famiglie che per la prima volta hanno chiesto di poter accedere al servizio sono state 480 rispetto alle 147 del 2019. C’è stato anche il ritorno di 25 nuclei familiari che avevano frequentato l’Emporio prima del 2015. In totale le tessere attivate lo scorso anno sono state 1777 (erano 1653 nel 2019) e contando una media di 3,5 componenti a famiglia possiamo dire che il supermercato solidale ha aiutato oltre 6000 persone. Gli italiani rappresentano il 50% degli utenti (erano il 48,8%), mentre le nazionalità straniere più rappresentate sono quella albanese, marocchina e nigeriana. Il valore medio annuo dei punti erogati a ogni famiglia è stato di 1017 euro, superiore del 13% rispetto al 2019. La prima motivazione per la richiesta di accesso al servizio riguarda la disoccupazione: circa il 70% delle persone che ne hanno usufruito lamentavano una mancanza di reddito da lavoro.

Le tessere neonato. Sugli scaffali dell’Emporio si possono reperire anche prodotti per l’infanzia pensati per le mamme con figli fino a 18 mesi d’età segnalate dal Centro di Aiuto alla Vita. A loro è dedicato un settore del supermercato dove è possibile trovare pannolini, omogeneizzati, pappe e latte in polvere. In tutto sono state 199 le tessere neonato attivate. La provenienza delle mamme vede al primo posto la Nigeria (32%), poi Marocco (19%) e Albania (14%). Le italiane sono in aumento e rappresentano l’11% del totale.

 

 

Il grande cuore di volontari e fornitori. «Se a causa della crisi economica innescata dal Covid abbiamo avuto un importante aumento delle richieste, in particolare da parte di nuclei familiari che per la prima volta si sono presentati ai centri d’ascolto Caritas, l’altro dato significativo è il forte incremento dei volontari e dei fornitori che hanno donato prodotti da distribuire», afferma Marcello Turrini, curatore del bilancio sociale. Insieme ai tre dipendenti, ci sono state 66 persone che generosamente hanno donato un po’ del loro tempo per i bisogni dell’Emporio. «Quando le aziende sono rimaste chiuse nel periodo del lockdown ci sono stati molti lavoratori che ci hanno contattato per sapere se avevamo bisogno di una mano e così hanno iniziato a prestare servizio all’Emporio», dice ancora Turrini. «Questo incremento di solidarietà, secondo un’ottica evangelica, è il segno della Provvidenza – commenta la co-direttrice della Caritas Idalia Venco –, un segno tangibile che ci spinge ancora con maggiore fiducia a credere che il percorso avviato con il progetto Emporio è nella mani sapienti di chi è più grande di noi».

Quanto è stato donato e distribuito. Nel 2020 sono stati distribuiti prodotti per un valore di 2 milioni e 600mila euro (+16%). Gli utenti hanno potuto «acquistare» con i punti Emporio: latticini, formaggi, pasta, riso, carne, pesce, pane, frutta e verdura, scatolame ma anche prodotti per l’igiene personale e la casa. Il supermercato solidale ha aperto le sue porte per 255 giorni.
In totale il servizio ha ricevuto in donazione merce per un valore stimato in circa 2 milioni e 914mila euro contro i 2 milioni e 74mila euro dello scorso anno. Ecco i 900mila euro in più di prodotti donati. Questa merce è arrivata grazie alla generosità delle aziende, alle raccolte nei supermercati, agli esuberi alimentari provenienti da negozi e punti vendita, dal Banco Alimentare, da privati cittadini e dalla rete degli Empori presenti in Italia.

L’Emporio: un moltiplicatore di solidarietà. Per il suo funzionamento il servizio ha speso in un anno circa 250mila euro (per l’acquisto di prodotti non reperibili da donazioni e raccolte, ad esempio la carne e prodotti per neonato, e per le spese per il personale). Come abbiamo visto il volume della merce distribuita è stato di gran lunga superiore (oltre due milioni e mezzo di euro), quindi possiamo dire che per ogni euro speso l’Emporio ne ha distribuiti più di 10.

Per sostenere l’Emporio e conoscere le sue attività si può visitare il sito web.

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