2 Agosto 2021

Sfruttamento lavorativo nella pelletteria di Poggio a Caiano, chiuse le indagini


La Procura ha chiuso le indagini a carico di tre cittadini cinesi coinvolti nell’inchiesta sullo sfruttamento lavorativo all’interno di una pelletteria di Poggio a Caiano. Si tratta dei due coniugi cinesi, titolari di fatto dell’attività, e della connazionale ritenuta dagli inquirenti la prestanome.
L’inchiesta della guardia di finanza, coordinata dai sostituti procuratori Lorenzo Gestri e Lorenzo Boscagli, partì dalla denuncia di tre cittadini africani – rivoltisi inizialmente alla Cgil – che lamentavano le condizioni di degrado e di sfruttamento in cui erano costretti quali operai della pelletteria, un’azienda operante anche per importanti griffe della moda.
Almeno 18 gli operai sfruttati – in prevalenza di nazionalità cinese – con turni di lavoro massacranti fino a 12 ore, con punte di 15 ore al giorno, per 6 giorni settimanali, a fronte di stipendi mensili di circa 800 euro corrisposti in modo irregolare. Nessuna garanzia era riconosciuta in termini di tutele sindacali e per quanto riguarda malattia, riposi settimanali, tredicesima e ferie.
Parte dei lavoratori era inoltre alloggiata in dormitori sovraffollati e in condizioni igienico-sanitarie carenti.
Ai lavoratori erano inflitte anche punizioni corporali: in almeno tre circostanze la donna titolare di fatto dell’impresa avrebbe percosso con schiaffi e cinghiate sulle mani uno dei lavoranti africani, responsabile – a suo dire – della non perfetta esecuzione delle mansioni affidategli.
Contestati alla coppia di coniugi anche reati fiscali: nelle scorse settimane i finanzieri hanno dato esecuzione ad un provvedimento di sequestro preventivo per un importo complessivo di circa 902mila euro, corrispondente al totale delle imposte sottratte all’erario.

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