10 Novembre 2021

Giangrande incontra gli studenti del Buzzi: “In ospedale con il Covid i giorni più difficili della mia vita”

Il maresciallo dei Carabinieri, medaglia d'oro al valor civile, ha invitato i ragazzi a rispettare le norme anticontagio: "E' un virus ignorante che lascia tracce"


Dopo l’interruzione forzata a causa del Covid, sono ripresi stamani all’istituto Buzzi gli incontri di Giuseppe Giangrande con i ragazzi delle scuole superiori pratesi. Il maresciallo dell’Arma – rimasto paralizzato dopo essere stato colpito da uno dei proiettili esplosi da Luigi Preiti davanti a Palazzo Chigi nel 2013, nel giorno dell’insediamento del governo Letta – ha iniziato il suo discorso invitando i ragazzi a rispettare le norme contro il Covid, “un virus ignorante che ha ucciso nel mondo oltre 5 milioni di persone – ha detto Giangrande -. Un virus che non sa né leggere, né scrivere, ma si impossessa degli apparati vitali delle persone e le costringe all’isolamento, ai ricoveri nelle terapie intensive. Attacca i polmoni, i bronchi, il fegato, lasciando delle tracce, delle piccole ferite nei tessuti e problemi di salute persistenti, come stanchezza e spossatezza”.
Nel marzo 2020 Giangrande è stato contagiato dal Coronavirus e ricoverato a Careggi: “Sono stati i 9 giorni più difficili della mia vita, con delle sofferenze che non ho provato neppure nei momenti e nei giorni successivi all’attentato” ha detto Giangrande agli studenti.
Il maresciallo ha poi ricordato i momenti drammatici in cui è rimasto ferito, due mesi dopo la scomparsa prematura della moglie, e il pensiero corso subito alla figlia Martina, che da allora si è presa cura ogni giorno e ogni notte di lui, a costo di rinunce e sacrifici personali. A Martina, Giangrande ha dedicato una lettera toccante, pubblicata nel libro “Il prezzo della fedeltà”, scritto dal colonnello Roberto Riccardi; il brano è stato letto da uno studente del Buzzi in conclusione dell’incontro di oggi.

Nell’aula magna dell’istituto di viale della Repubblica, ad ascoltare Giangrande – introdotto dal tenente colonnello Sergio Turini, dal capitano Biagio Oddo e dal preside del Buzzi Alessandro Marinelli – era presente un’ampia rappresentanza degli studenti del triennio. Il maresciallo, medaglia d’oro al valor civile e medaglia d’oro al merito della Croce Rossa Italiana, li ha invitati a coltivare valori quali fedeltà, spirito di sacrificio, lealtà, rispetto del prossimo e rispetto delle regole, ripudiando bullismo, pulsioni anarchiche e prevaricazioni, piccole e grandi. Altro messaggio ricorrente nelle parole di Giangrande, la riconoscenza nei confronti dell’Arma, una “seconda famiglia, dove sono cresciuto, che mi ha accolto, mi ha fatto diventare uomo, capire il bene e il male, capire il sacrificio che bisogna fare e che non mi ha mai lasciato solo. Se fai bene il carabiniere, fai bene anche il padre di famiglia” ha detto Giangrande, che l’Arma non l’ha voluta lasciare neppure di fronte alle “tentazioni” della politica. “Me ne hanno offerte di tutti i colori. In tanti sono venuti a propormi delle cose ed era sempre un dire: ‘Lei potrebbe guadagnare tanti soldi che le potrebbero essere utili, viste le condizioni in cui sta’. Ho dovuto fare delle scelte. O la politica, o l’Arma dei Carabinieri. Ho preferito rimanere fedele all’Arma, la mia seconda famiglia”.

Dario Zona

Subscribe
Notificami
guest
0 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments