2 Dicembre 2021

Discepoli dell’Annunciazione, il giudice archivia le posizioni di 10 indagati per violenza sessuale

Tra i nomi anche quelli dei sacerdoti don Everardo De Almeida Silva e Giovanny Santa Colorado


Il gip Francesca Scarlatti ha accolto la richiesta di archiviazione per 10 appartenenti ai Discepoli dell’Annunciazione accusati di violenze sessuali su minore, a seguito dei racconti di un giovane pratese, oggi 23enne, che a distanza di anni rispetto al periodo in cui frequentava la comunità ha denunciato di aver subito abusi. I fatti oggetto di denuncia, rivelatisi infondati, erano emersi a seguito di un percorso psicanalitico con tecniche ipnotiche Emdr, di desensibilizzazione e riprocessamento tramite movimenti oculari. La Procura ha cercato per mesi elementi che potessero riscontrare i suoi racconti – sentendo anche tanti altri ragazzi che nel corso degli anni si erano avvicinati alla comunità di fedeli – e ha sottoposto il giovane ad una perizia psichiatrica, che lo ha ritenuto non attendibile. Di qui, nell’aprile scorso, era giunta la richiesta di archiviazione della Procura. Adesso che anche il giudice del Tribunale di Prato è giunto alle stesse conclusioni degli inquirenti, per nove indagati, che si sono sempre professati innocenti e che sono da due anni alle prese con accuse infamanti, si chiude una dolorosa vicenda giudiziaria. Tra le posizioni archiviate ci sono i sacerdoti della Diocesi di Prato don Everardo De Almeida Silva e Giovanny Santa Colorado (assistiti dagli avvocati Federico Febbo, Costanza Malerba e Andrea Parigi), don Stefano Coveri, don Matteo Veronese, Leonardo Squarcini, Leonardo Sellitri ed Enrico Porru.

Sollievo per la fine di un incubo, è espresso da don Giovanny Colorado e da don Everardo.

“Ho vissuto gli ultimi due anni con grande sofferenza e nell’attesa di vedere riconosciuta la mia estraneità a questa dolorosa vicenda – afferma in particolare don Everardo De Almeida Silva -. Penso che tutti siamo chiamati a portare qualche croce nella nostra vita, ma mai avrei pensato di essere accusato di qualcosa di così grave che non ho mai fatto o pensato di fare. Non ho rancore nei confronti di nessuno, ma vorrei solo ringraziare prima di tutto il Signore e poi tutte le persone che mi sono state vicine in questo doloroso percorso.
Ho sempre avuto fiducia nella magistratura, che ringrazio per avere fatto chiarezza e fatto emergere la Verità”.

Le accuse più gravi – violenze sessuali di gruppo – sono cadute, in questo filone di inchiesta, anche per Giglio Gilioli, il quale resta indagato, assieme ad un altro esponente dei Discepoli (un laico che non ha mai preso i voti), nel secondo filone giudiziario, scaturito dai racconti del fratello maggiore del primo denunciante, oggi 29enne. Quest’ultimo ha raccontato di aver subito da ciascuno dei due indagati due approcci sessuali indesiderati, risalenti agli anni dal 2008 al 2012. Anche in questo caso i ricordi sarebbero affiorati nel corso di sedute psicanalitiche con tecniche Emdr. La Procura ha ritenuto attendibile il racconto del fratello maggiore e ha chiesto il rinvio a giudizio per Giglio e per l’altro indagato. A ottobre scorso, il giudice per le indagini preliminari Francesco Pallini ha però accolto alcuni dei rilievi mossi dalle difese, rappresentate dagli avvocati Carlotta Taiti e Cristina Menichetti, e ha disposto con ordinanza ulteriori accertamenti investigativi per escludere eventuale reciproche influenze dei fratelli nel disvelamento del loro narrato.

L’inchiesta sulle presunte violenze è emersa nel gennaio 2020 quando scattarono gli avvisi di garanzia e le perquisizioni nei confronti di nove appartenenti ai Discepoli dell’Annunciazione, la comunità fondata nel 2010 dal sacerdote veronese don Giglio Gilioli, che aveva sede in via Bologna a Prato (oltre che a Lucca ed Aulla) prima che venisse sciolta il 16 dicembre 2019 dalla Santa Sede per gravi mancanze riguardanti il carisma e lo svolgimento della vita religiosa all’interno della comunità, oltre che dal venir meno degli aderenti.

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