24 Settembre 2022

Alternanza scuola-lavoro in Irlanda per dodici studenti del Marconi

L'iniziativa è stata finanziata grazie al Fondo sociale europeo. Mentre quattro ragazzi con lieve disabilità si trovano in Spagna: "è una esperienza unica del suo genere", dice il dirigente Cipriani


Dodici studenti dell’istituto Marconi di Prato sono volati a Dublino per vivere una esperienza di alternanza scuola-lavoro. L’iniziativa è stata possibile grazie al progetto Vetter (Promoting VET attractiveness and skills through mobility), cofinanziato dal programma operativo regionale (Por) e dal Fondo sociale europeo che rientra nel progetto Giovanisì della Regione Toscana.
Il gruppo di ragazzi e ragazze pratesi era suddiviso in coppie che sono state ospitate da varie famiglie nella capitale irlandese. Tra gli obiettivi infatti c’era quello di migliorare la conoscenza della lingua inglese. Grazie a questa opportunità gli studenti hanno potuto vedere con i loro occhi come si lavora in certi ambiti di studio all’estero, hanno visitato la città e partecipato a molte iniziative culturali nei fine settimana.

«L’apprendimento duale – spiega Paolo Cipriani, dirigente scolastico del Marconi – ha mirato a sviluppare anche nuove competenze, in particolare le soft skills, quali, ad esempio, collaborazione e partecipazione, flessibilità al cambiamento, problem solving, leadership, comunicazione, che possono facilitare la transizione al mondo del lavoro e incrementare l’occupabilità dei giovani».
Martedì 27 settembre, si terrà l ‘atto finale del progetto Vetter, che prevede l’esposizione dei risultati ottenuti, presentati in un evento pubblico nell’aula magna dell’istituto, alla presenza di Cedit, agenzia formativa di riferimento di Confartigianato Toscana, che ha coordinato l’iniziativa.

Contemporaneamente il Marconi sta portando avanti un percorso di alternanza scuola-lavoro con studenti con lieve disabilità, stavolta in Spagna: «Sono quattro ragazzi – conclude Cipriani – seguiti da due docenti presenti in loco e tutto sta andando molto bene. È un’esperienza sulla disabilità molto importante, quasi unica nel suo genere».

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