9 Settembre 2023

8 settembre, il Vescovo Nerbini affida a Maria gli uomini e le donne che non vivono una vita dignitosa

Mons. Nerbini ha officiato la solenne ostensione dell'8 settembre mostrando dal pulpito di Donatello la Sacra Cintola ai pratesi. Nelle sue parole un pensiero per i malati, gli anziani e i giovani, con un invito a questi ultimi a non essere «suggestionati dalle tante false luci che si accendono davanti ai loro occhi»


«Alla fine di questa straordinaria giornata dell’8 settembre ci vogliamo ancora una volta mettere ai piedi di Maria, del Sacro Cingolo, presentando ad essa la nostra madre Chiesa pratese la nostra amata città, il mondo intero». Sono le parole che il vescovo Giovanni Nerbini ha rivolto ai tantissimi pratesi accorsi in piazza Duomo per assistere al Corteggio storico e per partecipare all’ostensione della Sacra Cintola di Maria, simbolo della città. Affidando la comunità pratese alla Madonna, il Vescovo ha detto di non voler «dimenticare nessuno», e in particolare ha rivolto un pensiero ai «tanti uomini e donne che non vivono ancora una vita dignitosa, di coloro che non hanno un lavoro o lo hanno perso e sono impediti di custodire le loro famiglie e indotti vedere le loro risorse professionali mortificate». Nelle sue omelie e nelle preghiere, spesso monsignor Nerbini si è rivolto ai giovani, e lo ha fatto anche in questa occasione, raccomandando a Maria «le nuove generazioni perché non accada che i nostri ragazzi suggestionati dalle tante false luci che si accendono davanti ai loro occhi illudendosi di guadagnare il mondo intero rischino di perdere se stessi, la propria anima». Poi una preghiera speciale per i malati e gli anziani.

Invocando Maria, il Vescovo ha anche messo in guardia i fedeli, affermando che la Vergine non parla attraverso le «pubblicizzate rivelazioni private, ma attraverso l’autentica parola del Vangelo e ci ripete: fate quello che lui vi dirà». Monsignor Nerbini ha sottolineato come «il cambiamento e la salvezza» arrivano se testimoniamo e viviamo come lei, una «imitatrice di Cristo».

Maria, ha detto infine monsignor Nerbini, «ci insegna ad avere fede e speranza nei momenti bui, a credere nella possibilità della pace mentre la guerra imperversa, ad essere miti in un contesto di continue aggressioni e ripetute violenze, a cercare riconciliazione laddove si trova divisione». Le parole del Vescovo si sono concluse con l’invito rivolto ai presenti di recitare la preghiera dell’Ave Maria.

 

 

La cerimonia dell’ostensione si è ripetuta secondo il secolare rito che prevede i cosiddetti «tre giri», come dicono i pratesi, ovvero la «mostra» della Sacra Cintola dal pulpito di Donatello, su piazza Duomo (davvero gremita), e dal balcone interno della cattedrale, detto del Ghirlandaio. I testimoni del rito erano Giovanni Nuti, Antonella Fioravanti (presidente Fondazione Parsec) e l’ambasciatrice della Nuova Zelanda Jackie Frizelle. Nella Cappella del Sacro Cingolo erano presenti i canonici del Capitolo, il sindaco Matteo Biffoni (ricordiamo che il Comune è proprietario della Sacra Cintola insieme al Capitolo della Cattedrale), il presidente della Regione Eugenio Giani, il sottosegretario agli esteri Giorgio Silli, il presidente della Provincia Simone Calamai. Il Canto del Te Deum ha concluso la cerimonia dell’ostensione. La reliquia è stata riposta nel cofano dell’altare della Cappella e chiusa con tre chiavi (due di proprietà del Comune e una nella disponibilità del Vescovo). La prossima ostensione sarà quella del giorno di Natale.

 

 

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