21 Settembre 2023

Basse retribuzioni, Confindustria risponde alla Cisl: “Non esiste un caso-Prato, ma un caso-confezioni cinesi di Prato”

Il direttore di Confindustria Nord interviene in merito allo studio commissionato dalla Cisl Firenze-Prato che evidenzia come Prato sia la provincia con le dichiarazioni dei redditi più basse della Toscana, soprattutto nel settore del manifatturiero


“Non esiste un caso-Prato per le basse retribuzioni nel manifatturiero: esiste un caso-confezioni cinesi di Prato, per le retribuzioni e non solo per queste, ed è cosa risaputa”: il direttore di Confindustria Toscana Nord Marcello Gozzi interviene in merito allo studio commissionato dalla Cisl Firenze-Prato che ha evidenziato come Prato sia la provincia con i redditi (dichiarati) più bassi della Toscana, soprattutto nel settore manifatturiero.  “I dati emersi dalla ricerca della CISL Firenze-Prato sulle retribuzioni a Prato rischiano di essere pesantemente fuorvianti se non si operano le dovute distinzioni e analisi. Troppo spesso chi si occupa di ricerche sull’economia pratese sembra dimenticarsi che in questa area abbiamo una realtà che, con queste caratteristiche e dimensioni, non ha eguali in Europa. Mi riferisco al manifatturiero cinese, per lo più del settore abbigliamento, imprese in cui la norma è costituita dai contratti part-time. Quanto appropriati e rispondenti all’effettivo carico di lavoro siano, in molti casi, questi contratti, è facile immaginarlo: ma comunque ufficialmente è così e sono questi i dati che finiscono nelle ricerche.
Se andiamo a vedere i numeri in maniera analitica – continua Gozzi -, senza fare un mucchio indistinto di tutto il manifatturiero, constatiamo che nelle imprese tessili il part-time incide per il 22% del totale dei lavoratori, mentre nell’abbigliamento per il 71% del totale dei lavoratori. Non sorprende quindi che le retribuzioni dei tessili ammontino in media a poco meno di 24.000 euro, in linea con il dato nazionale, contro gli 11.200 euro delle imprese di confezione, ben al di sotto della media nazionale. Del resto i lavoratori dell’abbigliamento rappresentano quasi il 25% dei lavoratori dipendenti pratesi di tutti i settori, ma il loro monte retribuzioni supera di poco il 15% del totale generale. Inversa la situazione dei lavoratori del tessile: sono il 16% dei lavoratori pratesi e il loro monte retribuzioni supera il 21% del totale generale. Le imprese tessili – può essere utile ricordarlo – sono in grandissima parte italiane (ma nel dato sono compresi anche dipendenti di imprese cinesi che hanno codice ATECO tessile e che verosimilmente abbassano anche leggermente il totale); le confezioni sono in larghissima maggioranza a titolarità cinese. Lanciare allarmi come quelli emersi, che mischiano realtà radicalmente diverse, non fa bene al distretto”, conclude il direttore di Confindustria Toscana Nord.

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