17 Ottobre 2023

La Prefettura ha chiesto al Ministero dell’Interno il ritorno dei militari a Prato

La decisione a seguito del monitoraggio sui trend della criminalità diffusa: "soltanto per le rapine c'è aumento", ma si tiene conto del "percepito senso di pericolo per la sicurezza da parte della cittadinanza"


E’ partita ufficialmente la richiesta al Ministero dell’Interno di inviare a Prato i militari dell’esercito nell’ambito dell’operazione Strade Sicure.
Lo conferma la Prefettura di Prato, dopo che ieri, ai nostri microfoni, la parlamentare di Forza Italia Erica Mazzetti aveva ribadito la propria posizione e si era detta fiduciosa sul fatto che l’attuale governo Meloni, dopo l’esperienza conclusasi nel febbraio 2019, possa inviare nuovamente i militari con compiti di vigilanza a siti e obiettivi sensibili, in primis la stazione centrale e quella del Serraglio.
Il prefetto Adriana Cogode – che già nel febbraio 2022 parlando nel corso dell’audizione al comitato parlamentare di controllo sull’accordo di Shengen si era riservata di scrivere una nota al ministero chiedendo il ritorno dei militari – ha presentato formale richiesta dopo il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica di martedi scorso, che ha compiuto un monitoraggio sui trend della criminalità diffusa a Prato.
“Pur considerando che soltanto per le rapine viene registrato un aumento rispetto agli anni precedenti e tenuto conto di un percepito senso di pericolo per la sicurezza da parte della cittadinanza si è convenuto di richiedere la presenza di militari nell’ambito della cosiddetta Operazione Strade Sicure” afferma il prefetto Adriana Cogode.
Presto per capire le tempistiche dell’eventuale invio di un contingente militare a Prato, considerando anche che l’innalzamento del livello di attenzione antiterroristica dopo il divampare del conflitto in Israele, potrebbe spingere il Viminale a potenziare la vigilanza sulle grandi città, dove hanno sede sinagoghe e musei di richiamo internazionale come la vicina Firenze.

Da parte sua, il sindaco di Prato Matteo Biffoni (guarda l’intervista sotto) ribadisce la sua posizione: “Preferiremmo il potenziamento di agenti di polizia, carabinieri e guardia di finanza. Ma la scelta ha un senso se utilizziamo i militari dell’esercito per il pattugliamento fisso di obiettivi sensibili”.

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