22 Dicembre 2023

La Cgil manda una lettera a parlamentari e istituzioni sulla situazione della Dogaia: “E’ diventata un ghetto penitenziario”


La Dogaia è diventata un ghetto penitenziario”. E’ questa la dura l’analisi emersa durante i lavori assembleari della CGIL alla Dogaia di Prato. “La casa circondariale di Prato da troppo tempo è conosciuta dagli uffici superiori solo ed esclusivamente quale sede per assegnare detenuti per motivi di ordine e sicurezza – ha scritto nella lettera inviata ai parlamentari e alle istituzioni locali il coordinatore regionale del sindacato Donato Nolè – con la continua ed incessante assegnazione di detenuti, anche extra distretto, che hanno di fatto creato un vero e proprio ghetto penitenziario a Prato.” si legge nella lettera. Il sindacato interroga ogni livello dello Stato chiedendosi se la Dogaia ha rinunciato al vero mandato che hanno gli istituti penitenziari “vale a dire il reinserimento sociale del reo” e se ci sia una logica per “rendere indicibili le condizioni di lavoro degli operatori tutti e della polizia penitenziaria in modo particolare”. Nella nota si rimarcano eventi tragici e recenti come “un incendio doloso in una camera detentiva con annessa intossicazione di diversi poliziotti; aggressioni al personale, culminate con una prognosi di oltre 20 giorni; tentati suicidi di cui uno finito in modo tragico per un detenuto; continue e ripetute risse tra detenuti; occupazione abusiva delle camere detentive del reparto isolamento, dove di fatto continuano da tempo a stanziare reclusi in attesa di determinazioni da parte di uffici superiori, che di fatto rendono impossibile l’applicazione delle sanzioni disciplinari di coloro che si sono resi protagonisti di eventi anche gravi”. Per la CGIL è diventato insopportabile il fatto che il penitenziario pratese sia senza dubbio il carcere più complesso della regione, per tipologia di detenuti e circuiti penitenziari presenti, a cui si abbina il più basso rapporto regionale tra detenuti e personale di polizia penitenziaria. La lettera inviata ai parlamentari pone infine una serie di domande: “Perché il personale di Prato deve gestire la maggior parte dei detenuti critici? Perché a distanza di 23 anni dall’entrata in vigore del nuovo regolamento di esecuzione alla casa circondariale di Prato non si eseguono, come in altre sedi limitrofe, lavori di ristrutturazione che permettono di avere l’acqua calda, la doccia o solo un interruttore per accendere e spegnere la luce nella camera detentiva? Perché il personale di polizia penitenziaria di Prato deve svolgere regolarmente almeno 2 ore e 10 minuti di straordinario al giorno?”. Domande che restano in attesa di risposta.

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