19 Gennaio 2024

Omicidio di Alessio Cini: fermato il cognato che aveva interesse all’eredità

Secondo gli inquirenti il movente è economico. Daniele Maiorino ha "raccontato" il delitto parlando tra sé e sé in auto


Svolta nelle indagini per la morte di Alessio Cini (nella foto), il tecnico tessile pratese ucciso nel giardino della sua casa ad Agliana. I carabinieri di Pistoia hanno eseguito il fermo nei confronti del cognato e vicino di casa Daniele Maiorino, 57 anni, anch’egli pratese. A renderlo noto, nella nottata, è stata la Procura di Pistoia, che ha coordinato le indagini svolte dalla Compagnia dei carabinieri di Pistoia. 

Il delitto è avvenuto all’alba dell’8 gennaio nei pressi del piazzale di accesso alla villetta trifamiliare in cui vivevano – in diversi appartamenti – sia la vittima, sia il cognato. Secondo gli elementi indiziari raccolti, sarebbe stato Maiorino a colpire con una spranga Cini alla testa, più volte con calci al torace e a dargli fuoco quando, come ritenuto dall’autopsia, la vittima dell’aggressione, pur stordito ed incosciente, non era ancora morto. 

A descrivere i vari momenti dell’aggressione, le modalità, l’immagine del sangue, l’abbruciamento è lo stesso Maiorino nei giorni successivi quando parla ad alta voce fra sé e sé all’interno della propria macchina, nella quale gli inquirenti hanno piazzato una cimice. 

La posizione di altri possibili sospettati è stata esclusa visionando i movimenti nella zona, un’area isolata in mezzo ai vivai, attraverso le immagini di videosorveglianza di alcune telecamere. Una di queste, in particolare, collocata non troppo distante, ha filmato i bagliori dell’abbruciamento, consentendo di datare le fasi dell’omicidio tra le 5,52 e le 5,59. 

Le indagini patrimoniali hanno tracciato il possibile movente del delitto: la difficile situazione economica del Maiorino e la possibilità di beneficiare indirettamente dall’eredità che sarebbe scaturita con la morte del cognato.
“Il movente è inverosimile, il mio assistito ha respinto l’accusa di aver assassinato il cognato”. Lo ha riferito l’avvocato Katia Dottore Giachino che difende Daniele Maiorino. “Le telecamere riprendono Cini che prende fuoco ma non si vede alcuna persona che si avvicina alla vittima – ha sggiunto il difensore – L’indagato ha negato il monologo captato dalle cimici in auto. Non dice l’ho ucciso ma l’esatto contrario, ovvero l’hanno ucciso. Abbiamo sentito gli audio forniti dalla procura e le parole, a causa dei rumori di fondo, non sono chiare” ha spiegato il difensore di Maiorino. L’udienza di convalida del fermo del 58enne potrebbe svolgersi lunedì prossimo.  

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