La polizia penitenziaria di Prato, nel consegnare un pacco ad un detenuto del circuito di alta sicurezza della Dogaia, ha rinvenuto e sequestrato, occultati all’interno di alcuni alimenti, sette telefoni cellulari, fra cui 3 microtelefoni e 4 smartphone, comprensivi di schede Sim e caricabatterie. Il ritrovamento risale ai giorni scorsi; la vigilanza della polizia penitenziaria ha consentito così di bloccare la possibilità di comunicazione tra esponenti della criminalità organizzata. Il pacco era infatti diretto ad un appartenente della camorra, soggetto al 416 bis.
“L’operazione ha dimostrato il valore degli operatori della Polizia Penitenziaria di Prato” commenta il segretario generale della Uilpa Ivan Bindo – La polizia Penitenziaria non è solo ciò che si vede nei tg come episodi di Reggio Emilia o simili. La polizia Penitenziaria è altro. Sono uomini e donne impegnati quotidianamente a mantenere l’ordine e la sicurezza all’interno degli istituti penitenziari, uomini e donne che, quotidianamente, vengono presi di mira da detenuti sempre più violenti e aggressivi”.
Bindo rivolge un plauso al personale che in questi giorni ha svolto tale operazione. “E’ l’ennesima dimostrazione che, nonostante tutto, gli agenti lavorano sempre con dedizione e impegno senza lasciare mai nulla al caso anche se “abbandonati” a loro stessi vista la mancanza di un Direttore titolare e di un Comandante effettivo. Problema sul quale il Sig. Provveditore della Toscana continua a sottrarsi al confronto sindacale e a dare risultanze di impegni che allo stato non sono stati mantenuti, per cui continueremo nella nostra azione di battaglia affinché vengano affermati i diritti del personale” conclude il segretario generale della Uilpa Prato Ivan Bindo.
