18 Aprile 2024

Il Tribunale di Prato condanna Francesco Spagnesi a restituire 123.000 euro alla parrocchia della Castellina

L'ex sacerdote aveva sottratto le somme per comprarsi la droga


Il Tribunale di Prato, con sentenza emessa due mesi fa, ha condannato Francesco Spagnesi, ex parroco della Castellina a risarcire la parrocchia dell’Annunciazione per le somme sottratte alle casse della parrocchia stessa tra il 2019 e il 2021, per un ammontare complessivo di 123.180 euro, oltre ad interessi e spese legali.
Spagnesi fu arrestato nel settembre 2021 ed al termine del procedimento penale ha poi patteggiato una pena a 3 anni e 8 mesi e 14.000 euro di multa per i reati di spaccio e traffico di droga, appropriazione indebita e truffa ai danni dei fedeli.
Un procedimento canonico parallelo, attivato dalla Diocesi di Prato, ha portato alla riduzione allo stato laicale dell’ex sacerdote.
L’allora parroco della Castellina, nell’estate 2021 finì assieme al compagno al centro dell’inchiesta della Procura di Prato per i festini organizzati a base di sesso e droga. Un filone di indagine a cui si aggiunse presto quello legato agli ammanchi dalle casse della parrocchia. Dinanzi agli inquirenti, Spagnesi ammise prelievi ingiustificati dai conti correnti e distrazione delle offerte dei fedeli, finalizzati ad avere soldi per soddisfare quella che era divenuta una vera e propria tossicodipendenza.

All’esito del procedimento civile intentato dalla parrocchia della Castellina – mossa dal desiderio di verità e giustizia per una vicenda che ha creato sconcerto nella comunità e in Diocesi – il Tribunale di Prato ne ha accolto in pieno le istanze, portate avanti tramite l’avvocato Marco Antonio Vallini.
Il giudice Elena Moretti, nella sentenza, ha sottolineato la “posta in essere da parte dei soggetti che circondavano il parroco di misure atte alla messa in sicurezza dei conti della parrocchia, che lo Spagnesi ha però volontariamente e consapevolmente posto nel nulla in ragione della sua consapevole condotta”. Il riferimento è alle richieste di chiarimento avanzate formalmente dal Consiglio degli affari economici della parrocchia e dai più stretti collaboratori di Spagnesi nell’estate 2020 di fronte all’emergere di alcune anomalie, richieste alle quali l’allora parroco rispose con dichiarazioni false. In particolare, la sentenza rileva che secondo l’ordinamento vigente la parrocchia ha quale unico legale rappresentante il parroco, all’epoca dei fatti don Francesco Spagnesi, e che quindi le persone che lo aiutavano e il consiglio degli affari economici sono soggetti “meramente consultivi”, “privi di alcuna immedesimazione organica con la parrocchia”, ai quali non può essere dunque contestata alcuna corresponsabilità nel fatto colposo, ai sensi dell’articolo 1227 del Codice civile, come aveva provato a chiedere Spagnesi tramite l’avvocato Paola Fedi.

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