15 Aprile 2024

Sfruttamento e lavoro nero: sospesa l’attività di 11 aziende

46 i lavoratori a nero scoperti. Per due imprenditori disposto il divieto di esercitare l'attività per un anno.


46 lavoratori in nero scoperti, dei quali 28 privi di permesso di soggiorno, sospesa l’attività imprenditoriale per lavoro nero o per gravi violazioni in materia di sicurezza di 11 aziende, 107.620 euro di sanzioni per le violazioni commesse in materia di lavoro, 37 prescrizioni per violazioni in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, corrispondenti a 75.845 euro di ammende.
Sono i dati parziali del ciclo di operazioni ispettive appena eseguite nei confronti di 16 imprese del settore manifatturiero tessile e dell’abbigliamento gestite da cittadini di nazionalità cinese da parte della task force composta da ispettori del lavoro di Prato e Pistoia, Salerno, Sassari e Firenze, da carabinieri del comando provinciale e del nucleo carabinieri dell’Ispettorato del lavoro di Prato, da militari del gruppo carabinieri tutela del lavoro di Roma e dagli ispettori dell’Inps e dell’Inail della Toscana, con la collaborazione della Polizia Municipale di Prato.
Dieci imprenditori sono stati denunciati alla Procura di Prato per reati che vanno dallo sfruttamento, all’occupazione di lavoratori privi di titolo di soggiorno a violazioni in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro.
Nel corso di una delle ispezioni, due cittadini cinesi – che occupavano 8 lavoratori privi di permesso di soggiorno in una confezione tessile, dei quali 6 clandestini – sono stati tratti in arresto per sfruttamento di manodopera straniera sprovvista di permesso di soggiorno.
Per entrambi è stato disposto il divieto di esercitare l’attività imprenditoriale per 12 mesi.
“Il crescente numero di operai cinesi clandestini trovati al lavoro nelle aziende controllate, mai così alto negli ultimi anni, segna una inversione di tendenza rispetto al recente passato, in cui i fenomeni di sfruttamento hanno visto il rilevante coinvolgimento di lavoratori provenienti dal Pakistan, dal Bangladesh e dall’Africa” è stato spiegato nella nota dei carabinieri.

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