19 Marzo 2022

Carenze di organico al Tribunale, dal Ministero risposta beffarda: “I troppi trasferimenti da Prato sfuggono alla nostra competenza”

Il capo di gabinetto del Ministero della Giustizia ha risposto al parlamentare Giorgio Silli


Dopo anni di battaglie per il potenziamento del personale amministrativo del Tribunale di Prato, suona come una beffa la risposta del capo di gabinetto del Ministero della Giustizia al deputato di Coraggio Italia Giorgio Silli, che chiedeva un incontro per poter affrontare il tema della pianta organica del Tribunale.
La richiesta di incontro era stata messa nero su bianco dopo che la Guardasigilli Cartabia in un question time alla Camera aveva parlato di una scopertura di organico del personale amministrativo pari al 24,7%. Dati sottostimati, secondo Giorgio Silli, che assieme a chi come Walter Vizzini (della Funzione Pubblica Cgil) lavora tutti i giorni al Tribunale di Prato, ha conteggiato la scopertura superiore al 40% (40 persone effettivamente presenti in servizio, rispetto alla pianta organica di 71 persone).
La differenza potrebbe essere spiegata con dati non aggiornati presi a riferimento dal Ministero e con l’inclusione nel conteggio di vincitori di interpello e personale distaccato, che però non presta più servizio al Tribunale di Prato perché ha ottenuto il trasferimento.

Per superare l’impasse e avere un chiarimento, Silli aveva scritto agli uffici del Ministero della Giustizia. Nelle due pagine di risposta il capo di gabinetto Raffele Piccirillo enuncia l’incremento di personale di magistratura (6 unità) assegnato a Prato negli ultimi 6 anni e il possibile arrivo di qualche altro magistrato. Sul fronte del personale amministrativo – il problema più gravoso del Tribunale – si citano 8 assistenti giudiziari inseriti in organico negli ultimi 4 anni; si parla dei 40 addetti all’ufficio per il processo previsti a tempo determinato per Prato con fondi Pnnr e si ricordano altri bandi per assunzioni a tempo determinato con fondi Pnrr che dovranno essere svolti a livello nazionale. Peccato che dei 40 addetti all’ufficio per il processo previsti a Prato, ne siano arrivati soltanto 12 ed uno di loro abbia anche poi rinunciato all’incarico per l’obbligo di sospensione dall’ordine degli avvocati su cui il ministero aveva commesso un pasticcio nel pubblicare il bando . E peccato che dal Ministero della Giustizia si continui a non tenere conto dei numeri effettivi delle presenze al Tribunale di Prato. Anzi, in un passaggio beffardo, Piccirillo scrive che “i problemi relativi alle scoperture di organico dovute ‘ai troppi trasferimenti da Prato e non verso Prato” e che hanno cagionato ‘la chiusura dell’ufficio dei decreti ingiuntivi’ sfuggono alla diretta competenza di questo ministero”.

“E’ una risposta di chi agisce solo sul piano formale e non sostanziale – commenta Walter Vizzini della Funzione Pubblica Cgil -. Nella prima parte si parla dei magistrati, questione che non era stata posta. Nella seconda parte si parla di dati fittizi, che non tengono conto della situazione reale e dei trasferimenti. In un mondo normale e in un Paese civile, visto che le stesse istanze pervengono dal presidente del Tribunale, dal sindacato e da un parlamentare, buon senso vorrebbe che ci si incontri e che si cerchi di verificare i dati e trovare delle soluzioni. Invece dal Ministero si rifiuta sistematicamente una richiesta di incontro e questo ci fa pensar male: che ci sia l’intento di lasciare irrisolta questa situazione, con danno per i tutti pratesi alle prese con un sistema giustizia che non funziona”.