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Lo sciacallo dorato varca l’Appennino e arriva sul Monteferrato

7 Dicembre 2021

Le fototrappole del Monteferrato hanno inaspettatamente “catturato” per la prima volta a sud dell’Appennino lo sciacallo dorato, scientificamente Canis aureus, diffuso dall’Europa orientale fino all’India, ma da 30 anni in espansione in Italia. La lunga marcia di questo animale, appartenente ad una specie particolarmente protetta, nel nostro paese è iniziata dal Carso per poi raggiungere la pianura Padana e l’Appennino emiliano, ma mai era stato avvistato a sud dell’Appennino e in Toscana.
“È stato un vero colpo di fortuna riuscire a filmare un esemplare così raro e schivo – commenta il direttore della Fondazione Parsec, Marco Morelli, che in convenzione con Natural Oasis, conduce il piano di monitoraggio del basso Appennino pratese – È un magnifico esempio di variazione della fauna, un fenomeno straordinario e irripetibile a cui abbiamo la fortuna di assistere”. In Italia lo sciacallo è molto raro, le segnalazioni più vicine sono nella pianura emiliana.
Lo sciacallo dorato non è assolutamente pericoloso per l’uomo, si tratta di un animale schivo che ha paura degli esseri umani, e non è nemmeno un predatore abituale di animali domestici, anzi rappresenta una preda per i lupi, come anche la volpe, e quindi si inserisce in equilibrio in un ecosistema strutturato, dove c’è abbondanza di cibo e predatori che ne controllano l’espansione.