Otto-dieci milioni di euro all’anno. Tanto secondo la CGIL di Prato è necessario al sistema sanitario locale per rispondere alle necessità del territorio che complessivamente, stando ai dati della ripartizione del fondo sanitario regionale, risulta sottodimensionata di circa 30 milioni di euro. Adesso, forte delle 3400 firme raccolte con la petizione Salviamo la salute a Prato, la CGIL chiede l’appoggio di politica e amministrazione locali per sollecitare l’arrivo di risorse strutturali sul territorio da impiegare su cinque punti individuati come prioritari: per prima cosa presidi distrettuali e punti di primo soccorso da risanare e organizzare; poi case della salute (almeno quattro); il raddoppio dei posti letto di cure intermedie e bassa intensità di cura; l’incremento dell’assistenza domiciliare integrata, quote RSA e centri diurni; infine il dimezzamento dei tempi delle liste di attesa: 15 giorni per le visite specialistiche e 30 giorni per le prestazioni diagnostiche.
E se la richiesta del sindacato è di maggiori finanziamenti strutturali per il territorio preoccupa, e non poco, il taglio per il 2015 di 18 milioni (su circa 370) al bilancio della ASL 4. Appena pochi giorni fa Enrico Rossi ha confermato l’arrivo a Prato dei 3,5 milioni di euro del progetto speciale per Prato sul capitolo sanitario, finanziamenti che – chiede la CGIL – non si capisce in che modo possano conciliarsi con i tagli strutturali alla ASL.
Altro capitolo – ma altrettanto dolente – quello che riguarda le ferie estive che porteranno alla chiusura di alcuni reparti e alla riduzione di altre attività. Il monte ferie arretrato del personale ASL circa 58mila ore richiederebbe, per garantire il funzionamento delle strutture, l’impiego di 40 persone; mentre altre 25 sarebbero necessarie per coprire le 38 mila ore di straordinari accumulati. Il piano di assunzioni però prevede solo 16 infermieri e 10 operatori sanitari, impiegati a termine per i mesi estivi.
