14 Febbraio 2018

Accessi al pronto soccorso, Prato al primo posto in Toscana con oltre 99mila pazienti


Il pronto soccorso dell’ospedale di Prato si riconferma anche per il 2017 la struttura di emergenza con il più alto numero di accessi tra i nove pronto soccorso della Asl Toscana Centro. Lo scorso anno gli accessi sono stati 99.406 accessi, con un piccolo decremento dello 0,77% rispetto al 2016. Negli utlimi tre anni, dal 2015, gli accessi al pronto soccorso dell’ospedale di Prato sembrerebbero essersi stabilizzati tra i 98mila e i 100mila l’anno, con un’affluenza media al giorno che è passata dai 202 pazienti nel 2010 ai 272 nel 2017.

La situazione di sostanziale consolidamento riguarda anche le strutture di emergenza degli altri presidi aziendali che non presentano, nel 2017 rispetto all’anno precedente, sostanziali variazioni percentuali degli accessi. Si va da + 1,30% del San Giovanni di Dio a +0,50% nel Mugello, a +0,76% al Santa Maria Annunziata, con percentuali addirittura col segno meno anche se con una variazione molto lieve, al San Giuseppe (-3,19%), al S.S. Cosma e Damiano (-3,09%), al Serristori (-2,78%), al Santa Maria Nuova (0,70%).
L’unica eccezione è rappresentata da Pistoia dove tra il Pronto Soccorso di San Jacopo e quello di San Marcello Pistoiese, si è passati dai 62.822 accessi del 2016 ai 64.970 accessi del 2017 con una crescita, seppur contenuta, del 3,42%. Complessivamente su Pistoia nel 2017 rispetto al 2016, circa 1600 persone in più si sono rivolte alla struttura di emergenza del San Jacopo.

La nuova organizzazione per linee di attività e percorsi

I dati dell’emergenza del 2017 arrivano in concomitanza con la nuova organizzazione che da qualche settimana sta interessando la struttura di emergenza del San Jacopo. Il Pronto Soccorso di Pistoia sta sperimentando il Team di Valutazione Rapida, il cosiddetto TVR, una equipe composta da medici e infermieri con esperienza che in prossimità del triage, prende in carico le problematiche a intermedia complessità (traumi isolati, un dolore toracico, una cefalea, una vertigine, un dolore addominale). Qualcosa di analogo, sebbene meno codificato, è in atto da alcuni anni in altri ospedali fra cui quello di Prato e del Santa Maria Annunziata.
La novità del modello è che i professionisti non aspettano più il malato nelle rispettive stanze, ma avvicinandosi al triage che mantiene intatta la sua funzione, si avvicinano al malato stesso. L’obiettivo è di un inquadramento rapido e di ottimizzare, soprattutto per il paziente fragile, la fase di assegnazione del percorso corretto.
“L’obiettivo di questa riorganizzazione – sottolinea il Direttore del Dipartimento emergenze urgenze, Simone Magazzini – è essere più efficienti nei confronti di chi viene al Pronto Soccorso. L’urgenza rimane una priorità ma ci sono anche i bisogni assistenziali di cui tener conto. Stiamo standardizzando un modo di procedere per accellerare i percorsi e rendere tutto più agevole”. “Cogliamo l’occasione – aggiungono Simone Magazzini e la responsabile Area Medicina d’Urgenza, Germana Ruggiano – per ringraziare tutti i medici, gli infermieri e gli altri operatori sanitari che sono stati impegnati nelle scorse settimane a gestire il picco influenzale”.
La linea di attività del Pronto Soccorso a bassa complessità potrà contare, invece, sul see&treat (patologie non urgenti di tipo traumatico, piccole patologie dermatologiche, ustioni da esposizione solare, punture di insetti, orticarie e congiuntiviti) e sul fast track che dal triage potrà inviare i pazienti direttamente alla gestione specialistica.

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