Una folla commossa per l’ultimo saluto
a don Giampiero Fabbretti


«Esultate e gioite o voi che piangete, Dio vi consolerà». Il coro della parrocchia di Sant’Antonio a Reggiana intona queste parole nel canto di inizio delle esequie di don Giampiero Fabbretti. Tanta tristezza e dolore questa mattina nella chiesa di via delle Gardenie ma «non dobbiamo essere tristi –ha ripetuto spesso il vescovo Simoni nella sua omelia – Dio non può toglierci nulla senza darci di più e poi – ha aggiunto – lo stesso don Giampiero non lo vorrebbe».
Tantissime persone erano presenti al funerale, la chiesa del Villaggio Gescal, dove il sacerdote è arrivato 45 anni fa, quando non c’erano nemmeno le strade, era stracolma, molti sono dovuti rimanere fuori. All’ultimo saluto al«prete delle beatitudini», così lo hanno ricordato in molti, c’erano anche quasi tutti i sacerdoti pratesi, che hanno celebrato il funerale insieme a mons. Simoni.
«Rimarrà in noi – ha detto il Vescovo – il valore spirituale ed evangelico della sua testimonianza, quella di un uomo povero e mite». E rivolgendosi ai parrocchiani mons. Simoni ha osservato: «Ricordate Reggiana ai tempi dell’arrivo di don Giampiero? Era un agglomerato di case e di persone venute da tutta Italia e se questa zona è cresciuta, non solo spiritualmente, lo dobbiamo a lui, anima e padre spirituale per tutti voi».
E il ricordo commosso lo hanno voluto lasciare anche molte persone, che a fine celebrazione si sono avvicinate all’ambone. «Ci mancherà il tuo sorriso – ha detto un parrocchiano -, il tuo sguardo commosso quando parlavi di Dio, che sempre riuscivi a vedere nei più piccoli».
Don Giampiero Fabbretti aveva 74 anni, era nato a Firenze ma la sua famiglia viveva a Luicciana nell’alta Valle del Bisenzio. Nel’44 suo padre Anelito venne deportato in Germania, dove morì nel castello di Hatheim. La madre, rimasta vedova con tre figli, si trovò in forti difficoltà economiche e per questo don Giampiero visse alcuni anni all’orfanotrofio Magnolfi. Lì conobbe il rettore, il canonico Armando Benelli, che lo seguì negli anni della vocazione. Frequentò il Seminario a Prato e Firenze. Fu ordinato sacerdote il 29 giugno del 1962 – quest’anno avrebbe festeggiato 50 anni di messa – e poi, dopo essere stato cappellano a Galciana e al Soccorso, nell’ottobre arrivò del 1967 a Reggiana. Della zona del Villaggio Gescal fu il primo parroco, il fondatore della chiesa di via delle Gardenie.
Il Vescovo Simoni, al termine delle esequie ha assicurato ai parrocchiani che presto arriverà un nuovo prete, nel frattempo le celebrazioni eucaristiche e i servizi saranno garantiti dai sacerdoti del vicariato sud-ovest. La salma di don Giampiero è stata sepolta nel cimitero di Galciana.

Giacomo Cocchi

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