Boom di presenze in alberghi e ristoranti grazie a “Officina Pratese”. I commercianti: “Servono più eventi di questo tipo”


Con la cultura si mangia, eccome. Lo sanno bene i commercianti del centro storico, che grazie alla mostra “Da Donatello a Lippi. Officina pratese” brindano ai risultati registrati in questi quattro mesi di allestimento e tornano a vedere il futuro con maggiore ottimismo rispetto a qualche anno fa. La rassegna di opere rinascimentali allestita dal Comune ha fatto decisamente bene al territorio: con oltre 60mila presenze nel periodo intercorso tra settembre e gennaio, il cuore del distretto ha potuto assaporare la gioia di rivedere i turisti aggirarsi per le vie di Prato. Si è trattato, insomma, di un’operazione culturale da record, che ha avuto un impatto decisamente significativo anche in termini economici e di promozione turistica per tutta quanta la città. A partire dal settore alberghiero. “La mostra ha portato vantaggi a tutti noi – commenta Alessandro Lastrucci, presidente di Federalberghi Prato – E’ stata un’occasione importante in termini di ritorno d’immagine. Abbiamo riguadagnato in questi quattro mesi quello che stiamo perdendo da tempo, duole dirlo, con la storia dei cinesi”. Dopo la visita ai capolavori, non poteva poi mancare il classico percorso tra i sapori toscani: ecco quindi spuntare l’acquisto dedicato ai prodotti tipici del territorio o la pausa pranzo nei locali storici. Ottimi i riscontri in termini di vendite e consumazioni, con tanti turisti che hanno approfittato della tappa pratese per concedersi una sosta eno-gastronomica di tutto rispetto. “C’è stato un buon flusso – spiega Mirko Wijnman del negozio Atipico – Sono arrivate persone soprattutto dal Nord Italia. I prodotti più gettonati? La classica mortadella di Prato, i vini e ovviamente i famosi biscotti”. “E’ andato tutto per il meglio – prosegue Marco James Bechini della trattoria “Soldano in Duomo” – Abbiamo rivisto i turisti in città. Erano tutti entusiasti dell’allestimento e felici di aver scoperto Prato, una realtà che non conoscevano e che li ha decisamente sorpresi. Servono eventi di questi tipo per continuare a mantenere viva l’attenzione sul distretto”. A questo punto, chiusi i battenti di “Officina pratese”, non resta che rimboccarsi le maniche e sperare che eventi di richiamo internazionale possano trovare spazio in città, anche in vista della nomina del nuovo direttore del museo Pecci, prevista entro la fine del mese, prima della grande riapertura del nuovo polo espositivo allargato.

Giulia Ghizzani

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