20 Gennaio 2014

Dalla fabbrica a palazzo Pretorio: la storia di Elisabetta che ha trovato lavoro grazie alla cultura


Con la cultura si mangia. E forse è il segno dei tempi di una città che cambia. Elisabetta Ponzio è una delle 33 persone che ha trovato lavoro grazie a Officina Pratese. 54 anni, per una vita impiegata nel tessile, “non avrei mai pensato di poter lavorare in un campo diverso”. Ma tant’è: tempi che cambiano. “Ho cominciato che ero iscritta all’Università – racconta – quelli erano i tempi in cui il tessile era in pieno boom e le commesse piovevano a tutti i lanifici, senza nemmeno andare alle fiere. Tutti venivano a comprare a Prato. Alcuni amici di famiglia mi chiamarono per lavorare: e io cominciai ma ero molto in bilico, studiare mi piaceva: ero iscritta a Lingue e letterature straniere”. Ben presto, Elisabetta scelse di lavorare a tempo pieno: abbandonò gli studi e rimase nel lanificio. Fino al 2002: quando la crisi ebbe la meglio e dopo 22 anni Elisabetta dovette lasciare. “Trovai altre aziende, cambiandone diverse negli anni. L’ultimo contratto è finito a marzo scorso: sono stata licenziata da un piccolo ufficio di consulenza e stile nella maglieria. A quel punto, davvero, non sapevo che fare”.

Elisabetta aveva 54 anni, un’esperienza lunga in un settore ormai inaridito. “Cercando su internet venni a sapere che cercavano personale per Officina Pratese”, racconta ancora Elisabetta. “Decisi di mandare il curriculum: non si sa mai”. E infatti, tramite Coop culture che si occupava del personale, Elisabetta ottenne il colloquio.

“‘Sono qui per uscire da un mondo che a Prato sta finendo’, ho detto alla commissione. Il mio desiderio era di voltare pagina”. La sua tenacia ha fatto breccia: a Elisabetta è stato offerto un contratto orario per gestire le aperture della mostra a Palazzo Pretorio. “È stata una esperienza bellissima”, racconta oggi. “E bellissimo è vedere che non ce n’è stato uno, tra i visitatori, che ha mancato di fare i complimenti a questa città, ed è un peccato non averlo visto prima, questo potenziale di bellezza a Prato: ma speriamo che adesso si segni una rotta diversa”.

Elisabetta, come gli altri 32 che in questi mesi hanno lavorato per Officina Pratese, tiene le dita incrociate: adesso si gioca la partita per la gara d’appalto per la gestione del Museo Civico, una volta riaperto. “Coop culture partecipa – spiega Elisabetta – speriamo che vada bene e che ci possano riconfermare. Se succedesse, farei un salto di gioia: il mondo dell’arte mi affascina tanto e ho ancora diversi anni prima della pensione”.

E, con un bilancio realistico, aggiunge: “Credo che la cultura possa aiutare, almeno in parte, a recuperare i tanti fuoriusciti dal tessile. La cultura, insieme a tutto l’indotto di servizi e accoglienza che riesce a muovere”.

Luci Pec

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