19 Maggio 2014

Gli orafi pratesi denunciano la concorrenza sleale cinese: “C’è un sistema mafioso: contanti senza freni e dubbio uso del tax free”


I dettaglianti orafi di Confcommercio Prato lanciano l’allarme sulla concorrenza sleale delle gioiellerie cinesi. I commercianti ne hanno parlato con l’assessore Aldo Milone, al quale hanno espresso il timore che l’illegalità economica si sia estesa dal tessile-abbigliamento a tutte le categorie del commercio, del turismo e dei servizi.

“In tempi di crisi economica – fanno notare da Confcommercio – il settore orafo è stato scandagliato a tappeto dagli accertamenti fiscali. Operazioni legittime e per le quali alle autorità competenti non si può fa altro che riconoscere di aver compiuto il proprio lavoro, ma la questione sollevata dai commercianti è un’altra: siamo proprio sicuri che tutte le imprese del settore rispettino le stesse regole?”

Il riferimento da parte della categoria è alle attività gestite da imprenditori cinesi che grazie alle pratiche sistematiche di apertura e chiusura della partita IVA entro i due anni e tramite il ricorso a prestanome, riescono a eludere controlli e accertamenti e a tenere in piedi l’attività senza il minimo carico fiscale.
Altra anomalia segnalata dagli orafi pratesi è la “l’uso dei contanti in barba al limite dei mille euro – vista la facilità di reperire passaporti di soggetti in transito e il dubbio utilizzo del tax free”. Un sistema che la federazione degli orafi non esita a definire “mafioso”.

“Con questo sistema la comunità cinese ha sgretolato pezzo dopo pezzo il distretto tessile pratese – afferma il presidente della Federazione Dettaglianti Orafi di Confcommercio Alberto Cerbai -. Non possiamo permettere che la stessa cosa accada al commercio. Se le attuali regole sono sistematicamente aggirate significa che non funzionano. Siamo consapevoli che le autorità competenti (Guardia di Finanza, Agenzia delle Entrate) pur facendo tutto il possibile per arginare questo problema, hanno le “mani legate”  da cavilli della stessa legge che cercano di far rispettare; per questo, chiediamo un confronto con le autorità e ci rendiamo disponibili a sederci a un tavolo per trovare una soluzione. Prima che sia troppo tardi”.

A Prato i commercianti orafi italiani sono una cinquantina, che negli ultimi anni hanno visto aumentare la concorrenza cinese, composta oggi da una decina di negozi, tutti nella zona di via Marini e via Pistoiese. I negozi orientali hanno conquistato l’esclusiva per la commercializzazione di grandi marchi, grazie ai numeri ottenuti anche con l’esportazione.

“Sembra che non sappiamo più fare il nostro mestiere e invece allo stesso tempo le gioiellerie cinesi proliferano. Un collega di Bologna ha provato anche lui la strada dell’esportazione ma dopo l’aumento del fatturato ha ricevuto immediatamente un accertamento e gli sono stati contestati i margini di ricarico troppo ristretti, individuati come possibile spia di evasione fiscale, quando invece è normale che a fronte di ordini più grandi, i margini si riducano. Fuori da Prato, ad esempio ad Arezzo, c’è grande attenzione sull’espansione delle goiellerie cinesi. Chiediamo regole uguali per tutti, altrimenti di questo passo non ci resterà che chiudere, cedere le nostre attività ai cinesi e aprire da un’altra parte”.

D’accordo con i commercianti, l’assessore alla sicurezza Aldo Milone: “Purtroppo la concorrenza sleale cinese si è estesa a tanti settori: parrucchieri, estetisti, tassisti, commercianti e tra questi anche le gioiellerie. In questi cinque anni abbiamo individuato la malattia e il medicinale deve arrivare da Roma, ma a quanto pare il governo centrale non lo vuole fornire, perchè forse ci sono giochi strani e accordi sottobanco che prevedono la svendita di questa città”.

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TATO
TATO
9 anni fa

svendita di questa città”

pisolo
pisolo
9 anni fa

Chiamate i Milone, ci pensa lui a risolvere il problema!

pisolo
pisolo
9 anni fa

Speriamo che la citta’ la vendano in stock anche a chi l’ha governata negli ultimi 5 anni, ma mi sa che se per comprare questa citta’ devono acquistare anche i suoi governanti un la vole piu’ nessuno anche se costa poco! Aldo ma che medicina t’aspetti da Roma, non fare il misterioso, diccelo!

Il pratesaccio
Il pratesaccio
9 anni fa

caro pisolino questa situazione non è da 5 anni,bensì dagli anni 90 informati bene,non stare dietro a proclami di persone che cercano di di struggente l’operato di altri,ragiona con la tua testa ogni tanto.se ti dicono che c’è un asino che vola tu ci credi subito.

Pippo El Primero
Pippo El Primero
9 anni fa

Pisolone….ti rendi conto delle c…e che tu scrivi?

Il-Luca
Il-Luca
9 anni fa

Eh si, sarà stato Milona a far attecchire il racket oppure la cecità di 60 anni di controlli zero?
A chi ha fatto comodo al tempo di tenere gli occhi chiusi?