Si chiama “Anoplophora chinensis” ed è un tarlo asiatico particolarmente aggressivo, che per la prima volta si è manifestato a Prato. Due i focolai scoperti a Galciana, dove l’insetto – originario di Paesi quali Cina, Giappone, Corea e Taiwan – ha colpito due grossi aceri in un parcheggio comunale e un vivaio. Le piante infestate sono state abbattute e cippate in frammenti inferiori ai 2 centimetri per stroncare l’organismo nocivo, mentre nel vivaio si è proceduto all’abbattimento, per il momento, di circa 200 piante, ma altri 500 esemplari saranno abbattuti entro la prossima settimana.
La situazione è stata esaminata stamani negli uffici dell’assessorato all’Ambiente, dove si è tenuta la riunione operativa per discutere delle strategie per contenere la diffusione del tarlo asiatico.
All’appuntamento hanno partecipato l’assessore all’Ambiente Filippo Alessi, i dirigenti e alcuni rappresentanti dei servizi comunali coinvolti nel percorso, il personale del Servizio Fitosanitario Regionale, alcuni esponenti della Provincia di Prato e del Comune di Montemurlo, il personale del Corpo Forestale dello Stato e Asm Servizi.
Il monitoraggio
In contemporanea, è stato avviato dal Servizio Fitosanitario Regionale un monitoraggio intensivo che dal 10 giugno scorso vede coinvolte 12 squadre (composte da almeno 2 ispettori e/o agenti fitosanitari) impegnate nel controllare palmo a palmo le aree verdi comprese nei 2 chilometri di raggio che circondano i focolai.
Il monitoraggio, che in questa prima fase interessa soltanto le aree pubbliche e che per adesso non ha portato all’individuazione di nuovi focolai, andrà avanti per tutto il mese di luglio. I controlli saranno ripresi a fine ottobre per verificare su tutte le piante presenti nei 2 chilometri di raggio previsti (compresa la vegetazione collocata nei giardini privati e negli appartamenti) la presenza o meno di danni effettuati dalle specie adulte di tarlo asiatico: in caso di esito positivo, le piante infestate dovranno essere abbattute immediatamente. In caso contrario, il monitoraggio riprenderà a primavera 2015 e si estenderà fino al 2016, anno in cui sarà possibile capire se l’organismo è stato completamente eradicato dal territorio.
Il rischio fitosanitario associato al tarlo asiatico è alto. L’insetto è infatti in grado di attaccare e svilupparsi a spese di numerose specie di latifoglie, sia arboree che arbustive, appartenenti a oltre venti famiglie.
“Non si tratta di un animale pericoloso per l’uomo – tiene a sottolineare l’assessore all’Ambiente Filippo Alessi – ma molto aggressivo per le piante, tanto da poter creare nel tempo anche problemi di stabilità e portare a crolli della vegetazione. A partire da settembre il Comune, coordinandosi con il Servizio Fitosanitario Regionale, avvierà una campagna di sensibilizzazione per mettere a conoscenza la popolazione della presenza del tarlo asiatico e permettere al personale di fare i dovuti controlli. E’ fondamentale ricordare che su questa materia ci sono precise disposizioni europee e regionali a cui dobbiamo attenerci. A ottobre – prosegue Alessi – sono generalmente visibili i segni lasciati dal tarlo asiatico sul tronco delle piante: è un momento importante, quello, per rilevare l’Anoplophora chinensis attraverso ispezioni mirate sul patrimonio verde pubblico e sulle piante dei privati, che dovranno essere valutate. Chiedo quindi ai cittadini un po’ di pazienza e la massima collaborazione”.
…chissà come saranno arrivati qui (domanda retorica…)
Grazie Cina! Fanno bene in australia che non fanno entrà manco le patatine!
adesso pure le piante colpiscono?non ci sono parole
queste sono le risorse del sig. rossi speriamo vadano a casa sua a mangiargli i mobili
Che commenti intelligenti! Veramente da premio nobel