7 Settembre 2014

Le campane in San Domenico non suonano più: un fulmine le ha messe ko. L’appello del parroco: “Serve l’aiuto di tutti” / Foto


Da una settimana le campane di San Domenico si sono ammutolite. E’ successo domenica 31 agosto, quando un forte temporale, carico di tuoni e fulmini, si è abbattuto sulla città. Il mattino dopo, i parroci Don Luigi Provenzi e Monsignor Pierluigi Milesi hanno notato che il meccanismo di accensione delle campane era spento. Pensando ad un semplice cortocircuito, hanno chiamato i tecnici, i quali hanno però constatato che le schede nel quadro elettrico erano completamente bruciate. Salendo alla radice del problema, si è scoperto che tutti e tre i motori disposti all’interno delle campane erano anch’essi stati vittima del fulmine. Quadro e motori sono stati rimossi dalla ditta Scarselli di Lastra a Signa, la quale provvederà alla riparazione del guasto, e sono a disposizione dei periti per poter essere analizzati.
“La gente, non sentendo più le campane, ha cominciato a fare domande, e noi abbiamo detto loro la verità – ha sottolineato Don Provenzi – E’ la prima volta che accade una cosa del genere a San Domenico. È un disastro per noi”.
Inutile è risultato il parafulmine costituito da quattro calate (dei fili che partono dal campanile e servono a scaricare a terra l’energia). Un sistema di protezione che è stato rafforzato negli ultimi tempi (passando dalle due alle quattro calate obbligatorie), ma che in questo caso non ha fatto il suo dovere. Per questo motivo, dopo Santa Maria è previsto un controllo sul corretto funzionamento del meccanismo.
Per il lavoro è stato preventivata una spesa complessiva di 6.800 euro, più Iva.
Una parte di questa cifra verrà pagata dall’assicurazione. Per raggiungere la restante parte è stato fatto un appello alla Diocesi, ai vari club di Prato e all’ufficio dei beni culturali. Da ieri, inoltre, è stata apposta una cassetta in chiesa per chiedere il contributo del fedeli.
“È una cifra che per noi è astronomica. Proprio per questo, pensiamo di rateizzare il lavoro. Noi ci appoggiamo all’affetto dei parrocchiani e alla generosità di coloro che vengono a messa. E come dice il proverbio, tanti mucchietti fanno il mucchio” conclude Don Provenzi.

Massimiliano Giuliattini

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