27 Ottobre 2014

Il Pecci oltre gli opening: da domani “Cambiamenti”, incontri specializzati per capire il futuro. E a breve corsi per galleristi e… politici


Il Pecci propone il bis: dopo l’inizio del ciclo di conferenze “Arte per tutti”, definito dal direttore artistico Cavallucci “un Bignami per avvicinarsi non soltanto all’arte”, spazio ai colloqui più approfonditi con grandi nomi del panorama contemporaneo grazie a “Cambiamenti”, la serie di approfondimenti che inizieranno domani nelle sale della nuova ala, progettata da Maurice Nio. Protagonista alle ore 18, nella modernissima cornice, Gian Marco Montesano, pittore e regista di teatro, ma anche teorico. “Un fine pensatore – spiega Fabio Cavallucci, che lo intervisterà domani sera nella nuova struttura – che negli anni Ottanta è stato vicino a intellettuali post marxisti francesi. Un’opportunità per approfondire la sua visione del mondo a tutto tondo, perché ciò che abbiamo capito è che molte persone vivono un momento simile a quello di Fabrizio nella Certosa di Parma di Stendhal: protagonista della battaglia di Waterloo, non aveva idea di cosa gli stesse succedendo intorno. E allora per comprendere come il mondo sta cambiando e in che verso sta andando, abbiamo deciso di invitare questi personaggi di primissimo piano della scena non solo culturale”.
Dopo Montesano, il 10 novembre sarà al Pecci l’artista californiana Suzanne Lucy, il 19 novembre l’artista e curatore peruviano Jota Castro; e ancora Edwin Bendyk, Mirko Zardini e molti altri. Un modo per andare oltre agli opening, agli incontri e ai grandi eventi, che – a detta dello stesso Cavallucci – hanno preso il posto dei contenuti. Su questa linea, sono in ponte anche altre iniziative: oltre alle incursioni di giovani collaboratori del museo, che vagheranno nei week end per la città, a fare domande alla gente sulla percezione dell’arte contemporanea, sono previsti incontri specialistici per professionisti: galleristi, collezionisti, politici, ristoratori, “perché l’arte – conclude Cavallucci – non dev’essere qualcosa di fine a se stesso, ma uno strumento che serva anche a molte altre professioni”.

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