11 Febbraio 2015

Strage di migranti in mare, mons. Brunetti: “Questi drammi sono le foibe di oggi”. Il sindaco Biffoni si appella all’Europa VIDEO


Nuova strage nel Mediterraneo. Oltre 300 migranti sono morti assiderati o per annegamento cercando di raggiungere le coste siciliane. “Questo mare è le foibe di oggi – ha commentato mons. Santino Brunetti, vicario episcopale per gli immigrati –
fra venti anni faremo le giornate della memoria ma prima lasciamo che questi drammi possano accadere. Ma a noi tutto questo pare non interessare. Vorrei ricordare quali sono le categorie degli extracomunitari che per noi possono venire in Italia: le donnine di strada, i calciatori o gli attori e le badanti – ha affermato caustico mons. Brunetti – questi li accettiamo perché ci servono, degli altri non sappiamo che farcene e possiamo calpestarli e rendergli una vita disumana. Però non ci dimentichiamo che i migranti vengono da noi perché scappano dalle guerre messe in piedi dall’occidente, il quale con i suoi mercanti di armi fa profitto anche su questo”.

“È passato poco più di un anno da quando morirono 366 persone nel naufragio di un’imbarcazione libica a largo di Lampedusa e oggi siamo di nuovo a contare centinaia di nuove vittime nel canale di Sicilia. Dalle prime informazioni i migranti morti sono almeno 232 ma potrebbero essere addirittura 400. Un dramma che suscita sconforto e rabbia, ma che ci chiama anche alle nostre responsabilità di politici e di amministratori”. A dichiararlo sono il sindaco Matteo Biffoni e il vicesindaco e assessore all’Immigrazione Simone Faggi.

“Come Comune di Prato supportiamo la rete dell’accoglienza e della solidarietà mettendoci a disposizione, secondo le nostre forze e con interventi che sono sempre stati capaci di gestire l’arrivo dei profughi sul territorio in maniera efficace. Allo stesso tempo denunciamo la necessità di interventi sostanziali da parte dell’Europa e della comunità internazionale perché il nostro Paese non sia solo nell’affrontare queste stragi. Non si possono chiudere gli occhi davanti a tragedie di queste dimensioni, deve essere messo a punto un sistema di ingresso gestito da tutti i Paesi europei. Le azioni di intervento sul fronte della politica internazionale e nella gestione di emergenze che ormai stanno diventando ordinarie devono essere immediate e concrete”.

Biffoni e Faggi hanno voluto esprimere anche la propria solidarietà ai sindaci dei Comuni agrigentini: “Lampedusa e gli altri Comuni agrigentini stanno dimostrando anche in queste ore un grande spirito umanitario e di coscienza civile: gli amministratori e i cittadini di queste realtà sono i primi a guardare negli occhi il dolore e la disperazione di chi arriva sulle coste italiane, ad accogliere i morti, a gestire i primi soccorsi”.

 

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