2 Marzo 2015

Lanifici e filature, torna la fiducia tra gli imprenditori


Redditività con segno positivo e margini di crescita che non sembrano rispondere solo a rosee previsioni per il futuro. La fotografia che emerge dalla quarta fase del progetto di mappatura della filiera, condotta sui lanifici e i produttori di filati, dimostra che, nonostante la crisi, il distretto funziona ancora. E a dirlo sono i numeri degli imprenditori delle 194 realtà prese in esame dall’indagine, promossa dalla Camera di Commercio di Prato con il contributo del Progetto Prato della Regione Toscana.
Nonostante la crisi – l’impatto della recessione è stato forte per circa un terzo delle imprese produttrici filati e per metà invece dei lanifici -, il comparto è quindi ancora in grado di produrre utili e di attrarre gli investimenti del mondo della moda: quasi la metà delle aziende di maggiori dimensioni di entrambe le tipologie di produttori lavora, non a caso, per griffe e grandi marchi. Significativo, poi, il boom della maglieria, registrato soprattutto per i filati e incoraggiato dalle tendenze del mercato nel campo del fashion. Nonostante appartengano a due sistemi vicini fra loro, le realtà prese in esame si differenziano, tuttavia, in termini di strategie anti-crisi. Se entrambe hanno infatti cercato di attuare una riduzione dei costi, di fronte alla difficile congiuntura economica i produttori di filati sono intervenuti sulla ridefinizione della propria offerta di prodotti, mentre i lanifici sono andati alla ricerca di nuovi canali di vendita. Non è un caso che i lanifici siano maggiormente orientati all’estero (fatturano i 2/3 della produzione sui mercati stranieri), diversamente dai produttori di filati per i quali il mercato interno ricopre un ruolo chiave, con circa il 37,6% del fatturato.

Forte, per le due categorie, è poi il legame con il distretto e con i conto terzisti: in media, il 90% delle lavorazioni viene effettuato nel circuito produttivo pratese. Una filiera che vede uno scarso rapporto con le imprese cinesi: l’84% dei produttori di filato e l’81% dei produttori di tessuto dichiarano di non avere nessun rapporto con queste aziende.

Conclusa anche la quarta fase, l’ultima tappa della mappatura della filiera si concentrerà sui tessuti tecnici e le lavorazioni accessorie.

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