21 Maggio 2015

“Il terrorista arriva sul barcone”. Del Debbio sentenzia in tv ma non si collega con Prato come promesso


Il terrorista arriva sul barcone. La trasmissione di Paolo Del Debbio ha già emesso la sentenza: Abdel Majid Touil è uno dei fondamentalisti islamici che lo scorso 18 marzo ha preso parte all’attentato al museo del Bardo a Tunisi. E poco male se oggi sulla stampa si comincia ad avere qualche dubbio su un clamoroso caso di omonimia, poichè il giorno dopo la strage – ma c’è chi giura anche lo stesso giorno – Touil era a un corso di italiano per stranieri a Trezzo sul Naviglio. Ma anche questa, ovviamente, è una versione tutta da appurare. Ma tant’è: il giovane è stato arrestato a Gaggiano, alle porte di Milano, e dunque i terroristi sono in mezzo a noi. Il ragazzo, 22 anni di nazionalità marocchina, è arrivato il 15 febbraio in Italia viaggiando su una delle navi della speranza che ogni giorno attraversano il Canale di Sicilia. Era insieme ad altri migranti ed è giunto a Porto Empedocle senza documenti. Proprio come i settanta profughi ospitati da alcuni mesi nella ex scuola Santa Caterina che ieri sera potevano essere protagonisti su rete quattro nel talk show “Dalla vostra parte”, che stava dedicando una ennesima puntata sul tema degli immigrati. La trasmissione aveva messo in scaletta un collegamento da Prato: in piazza San Domenico gli inviati avrebbero dovuto dare la parola ad alcuni pratesi, non più di una decina, tra questi anche degli appartenenti al gruppo Facebook “Prato si ribella a qualsiasi sistema di illegalità”. Del Debbio invece ha dedicato l’intera puntata al caso dell’arresto in Italia del presunto terrorista (ma il termine “presunto” ce lo mettiamo noi). Dunque non c’è stato nessun intervento da piazza San Domenico. I tecnici Mediaset hanno detto che il mancato collegamento era da imputare a problemi con il segnale satellitare a causa di non meglio precisate interferenze. Da Prato sarebbero dovuti intervenire anche il sindaco Matteo Biffoni e il presidente degli industriali Andrea Cavicchi che nel pomeriggio avevano registrato una intervista. Niente da fare, tutti a casa dopo aver aspettato in piazza la fine della trasmissione, durata 45 minuti.

Nel frattempo un piccolo gruppetto di profughi, quelli che masticano un po’ meglio l’italiano, si erano messi a guardare “Dalla vostra parte”, in attesa di capire che cosa avrebbero detto i pratesi collegati in piazza. Nel pomeriggio due di loro, un nigeriano e un giovane della Sierra Leone, erano stati intervistati dagli inviati di rete quattro. Queste le domande: “Qual è il tuo sogno? Perché le persone possono avere paura di te?”. I due africani avevano risposto in modo diretto: “Vogliamo lavorare per vivere”, ma soprattutto ribadito questo concetto, “non siamo terroristi, chi è che dice questo?”. Questa volta nessuno, come detto il collegamento non c’è stato e la loro intervista registrata non è andata in onda. Ma il timore di essere indicati come una possibile minaccia per la sicurezza cittadina è stata avvertita per tutto il giorno. Infatti per precauzione la Digos aveva chiesto ai settanta profughi di non uscire dai locali della ex scuola ma di stare tappati in casa per evitare problemi. La loro presenza in piazza durante la diretta televisiva avrebbe potuto creare delle tensioni. Ma non è successo niente di tutto questo. Del Debbio ha preferito raccontare la storia di Touil e dare la parola alla moglie di una delle vittime italiane di Tunisi in collegamento da Novara, a soli 30 chilometri dalla casa del (presunto) attentatore. Anche qui il sottopancia della trasmissione diceva tutto: “L’assassino di mio marito era qui..”.

Subscribe
Notificami
guest
0 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments