5 Maggio 2015

“La Fabbrica del teatro. Luca Ronconi a Prato”, sabato un’intera giornata per ricordare il grande regista


Una intera giornata dedicata all’inimitabile genio teatrale di Luca Ronconi, a poca distanza dalla sua scomparsa, una festa per ricordare le tappe fondamentali del suo lavoro a Prato, con foto, proiezioni documentarie e di spettacoli, bozzetti e elementi scenografici, testimonianze dal vivo di alcuni suoi attori, collaboratori, critici e amici. È l’evento “La fabbrica del teatro. Luca Ronconi a Prato”, che si terrà sabato 9 maggio, a partire dalle 10 di mattina, al teatro Fabbricone.
Sarà un’occasione per approfondire il contributo che il regista ha apportato al teatro italiano, partendo proprio dall’esperienza pratese. Il Laboratorio stabile nel 1976 richiamò a Prato attori di generazioni diverse (mostri sacri e neodiplomati dall’Accademia nazionale d’arte drammatica), tecnici dello spettacolo, scrittori e intellettuali da Gae Aulenti a Franco Quadri, da Dacia Maraini a Umberto Eco, a lavorare e studiare insieme il teatro attraverso le parole, il corpo e il senso. Un’sperienza unica, che rese possibile la nascita di tre capolavori extra-ordinari come Calderon, Baccanti e La torre. Tutto questo dentro la sala del Metastasio reinventata da Aulenti, ma anche negli spazi dell’ex orfanatrofio Magnolfi, e soprattutto al Fabbricone, una vera “invenzione” di Luca Ronconi, che per primo usò per il teatro, in maniera stabile e organica, una struttura industriale in dismissione dandole una straordinaria possibilità scenica, che poi ha fatto scuola e avuto un seguito in tutto il mondo.

In quello spazio, battezzato appunto semplicemente Fabbricone, a esplicitare fin dal nome la necessità “artigianale” del lavoro teatrale, Ronconi aveva già portato l’esperienza straordinaria della sua Utopia aristofanesca, che dai cantieri della Giudecca dove era nata, qui trovò il suo alveo “naturale”.
Un decennio dopo il Laboratorio, che pure aveva suscitato il dibattito più avanzato in Italia sul rapporto tra politica e cultura, Ronconi tornò a Prato con altre opere che restano nella memoria. Spettacoli importanti al Metastasio come “La commedia della seduzione” (che fece praticamente debuttare in Italia Schnitzler commediografo) e una indimenticabile “Fedra” proiettata nel pensiero oltre che nella carne.
Ma soprattutto condusse al Fabbricone una esperienza divenuta “storica”: la maratona scientifica ed esistenziale scritta da Arno Holz ai primi del ‘900, “Ignorabimus”, affidata a cinque straordinarie attrici lungo quasi quindici ore di spettacolo.

Oltre alle immagini di quegli spettacoli e di quelle esperienze, ai bozzetti di Gae Aulenti, alle parti scenografiche che il teatro è riuscito a conservare, sabato 9 maggio ci saranno anche testimonianze dal vivo di queste esperienze, coordinate dal critico Gianfranco Capitta: Adriana Asti, Antonello Fassari, Mariagrazia Gregori, Anna Maria Guarnieri, Franca Nuti, Aldo Vitali. Inoltre, testimonianze dirette di critici, collaboratori e amici che, a vario titolo, sono stati testimoni del fervido lavoro del Maestro a Prato in quegli anni.

Ecco il programma della giornata:

Dalle ore 10 – APERTURA: esposizione documentaria fotografica sui più importanti allestimenti ronconiani a Prato e proiezione integrale di due spettacoli storici quali La torre (1978) e Ignorabimus (1986)
h. 16 – PROIEZIONE: Luca Ronconi nel giorno del conferimento della cittadinanza onoraria a Prato.
h. 17 – PROIEZIONE del documentario Laboratorio teatrale di Luca Ronconi regia di Miklós Jancsó (1977)
h. 18.15 – CONVERSAZIONE con alcuni protagonisti della stagione ronconiana a Prato: Adriana Asti, Antonello Fassari, Mariagrazia Gregori, Annamaria Guarnieri, Franca Nuti, Aldo Vitali, a cura di Gianfranco Capitta.

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