14 Giugno 2015

Lettera aperta della Cisl: “I controlli alle ditte cinesi inutili e costosi, cambiare le regole per l’apertura delle nuove ditte”


La Cisl critica il sistema dei controlli alle ditte cinesi, definendoli “inutili”. La nota della segreteria territoriale Firenze-Prato della federazione sicurezza Cisl, una lettera aperta firmata dal segretario Massimiliano Vivoli, analizza il sistema dei controlli dal punto di vista dei vigili del fuoco, arrivando alla conclusione che i controlli nelle ditte cinesi così come sono impostati al momento spesso risultano inutili e costosi e che la soluzione migliore sarebbe a monte. La Cisl propone il cambio delle regole per l’apertura delle nuove attività, situazione che spesso viene adottata dalle ditte cinesi per aggirare il sistema ed evitare le sanzioni o gli adempimenti.

“La sicurezza derivante dai procedimenti dei controlli da assicurare determina un carico enorme di lavoro per l’impossibilità di essere sempre incisivi sul sistema delle ditte cinesi che non rispettano la legge – comincia la nota, che poi specifica come, al momento del controllo, comincino le prime grane: “Il primo problema è l’accertamento del titolare per la notifica dei documenti, ma spesso il titolare non si trova o se c’è non parla italiano e serve un mediatore ed è a questo punto che appare palese che queste persone non hanno intenzione di fare lavori per mettersi a norma, non intendono pagare sanzioni e che gli stessi apriranno un’altra ditta con altro nome, altrove o addirittura nello stesso posto senza neppure spostare materiali ed attrezzature – analizza Vivoli – che prosegue: “I vigili del fuoco e le altre forze che compiono questi controlli condividono l’amarezza per la facilità con cui il lavoro viene vanificato dalla facilità con cui la comunità cinese riesce ad eludere la legislazione con la semplice chiusura e riapertura di una ditta, che avviene in brevissimo tempo e senza tanti controlli”. Ed è qui che la Cisl chiede di cambiare: “Per snellire la burocrazia si rimandano così i controlli alla fase successiva, quella della quale ci stiamo occupando e che a Prato significa circa 5000 interventi. Chi può intervenga per modificare la legislazione, sia per ridurre gli ingenti costi pubblici (i controlli e la repressione costano) sia per ridurre il sovraccarico del sistema controlli e giudiziario, istituendo nuove regole per disciplinare l’apertura e la gestione delle attività”

 

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