Cafaggio “In mezzo all’autostrada”, nuovo esposto in Comune: “Da 14 anni aspettiamo le barriere anti-rumore”


Il comitato di residenti e dei lavoratori di Cafaggio “In mezzo all’autostrada” lamentano la situazione di stallo della vicenda sulle barriere anti-inquinamento dell’A11 dopo quasi due anni dalla petizione popolare. I residenti, preoccupati per la loro salute, denunciano un’elevata incidenza di malattie degenerative, provocate dall’alta concentrazione di attività industriali, elettrodotti e infrastrutture di ogni genere, a ridosso della circoscrizione Sud.

I cittadini imputano gravi responsabilità a Società Autostrade, che “da oltre 14 anni non provvede alla realizzazione di impianti di mitigazione”, e temono per altre fonti di inquinamento.
“L’atteggiamento dell’ente gestore è oltremodo deplorevole se si considera che a parte una lettera di diversi mesi fa, non sono state date risposte alle istanze dei residenti – scrive il portavoce Tommaso Chiti -. A peggiorare la situazione sono arrivate di recente le notifiche di addebiti nei confronti di alcuni proprietari di abitazioni limitrofe all’A11, sempre a mezzo postale. Appare in tutta evidenza la volontà di costruire la terza corsia autostradale, senza prima aver adeguato a norma di legge l’infrastruttura attuale. Questo tipo di iniziativa mostra lo sprezzo totale dei bisogni delle persone, che vengono calcolate solo al casello, al momento di riscuotere il pedaggio e non per la responsabilità sociale e ambientale che una simile attività dovrebbe dimostrare”.

“La prospettiva di ingrandimento di nuovi impianti di depurazione su Baciacavallo e il progetto di realizzazione della terza corsia autostradale insistono sulla politica decennale di concentrazione di impianti dal forte impatto sull’area Sud” – scrive il Comitato, che prosegue: “A fronte di questo carico ormai insostenbile per la salute, non c’è mai stata trasparenza sul tipo di attività e sulle emissioni provocate, mancano rilievi consultabili di Asl e ARPAT – malgrado le nostre richieste negli ultimi anni – e denunciamo la mancanza di interventi adeguati di compensazioni da parte di chi inquina, come la ripiantumazione di alberi e zone verdi, per interrompere la politica di disboscamento dei viali, anche in seguito al forte vento di qualche mese fa”.

Il Comitato chiede al Comune di Prato un confronto con Società Autostrade e quindi con i cittadini, per chiarire le rispettive posizioni. Nei prossimi giorni sarà inoltre depositato un esposto presso il Comune, un nuovo atto formale dopo la raccolta firme di qualche anno fa, in cui si chiede la messa a norma degli impianti dell’A11 rispetto ai volumi attuali e un chiarimento sui piani dell’amministrazione rispetto alla concentrazione di attività inquinanti in quest’area.

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