23 Luglio 2015

Peretola, il Ministero dell’Ambiente “congela” la nuova pista: chieste integrazioni allo studio di Adf


Il Ministero dell’Ambiente rimanda a settembre il progetto della nuova pista di Peretola. In un documento circostanziato di 16 pagine, la commissione tecnica di valutazione ha chiesto a Adf ed Enac di integrare la documentazione prodotta per ottenere la Valutazione di Impatto ambientale. Il Ministero ha ravvisato numerose carenze e contraddizioni negli studi presentati dai proponenti e li invita a consegnare le integrazioni richieste entro 45 giorni, salvo ulteriori proroghe che possono essere richieste da Adf.
Molte le carenze ravvisate dai tecnici del Ministero dell’Ambiente, di tipo idraulico, acustico-atomosferico, urbanistico e di tutela della biodiversità.

Nodi urbanistici e rischi idraulici

In primis viene chiesto a Adf come intende risolvere l’incongruenza con le previsioni urbanistiche del PIT, a partire dalla lunghezza della pista (2400 metri contro i 2000 metri approvati dalla Regione).
In secondo luogo, il Ministero dell’Ambiente ritiene che non sia stato esplicitato in modo chiaro e dettagliato “interazioni, correlazioni e coerenza delle opere idrauliche previste dal masterplan con gli altri progetti e programmazioni che insistono sull’area circostante”: l’inceneritore di Sesto e la discarica di Case Passerini; la terza corsia dell’autostrada (soggetta anch’essa a procedura di VIA) che prevede l’adeguamento dell’attuale attraversamento del Fosso reale; la pianificazione dei comuni interessati, il piano di gestione delle acque, il piano per l’assetto idrogeologico e di gestione del rischio alluvioni.
Il Ministero invitato Enac e Adf a dettagliare meglio il nuovo assetto dell’intero reticolo idrografico influenzato dalla nuova pista; spiegare i motivi della scelta progettuale per deviare il Fosso Reale e superare l’interferenza con l’autostrada. A destare perplessità nei tecnici del ministero è anche la relazione idrologica – idraulica presentata dai Enac e Adf.
“Gli aspetti indefiniti sono molteplici – è scritto nel documento del Ministero -, tra gli altri, ad esempio, la realizzazione della deviazione del Fosso Reale, che nel suo ultimo tratto si troverebbe a passare tra la discarica in località Case Passerini ed il prospiciente impianto di recupero energia da incenerimento di rifiuti non pericolosi, in corso di realizzazione. Dall’analisi della cartografia e dalla documentazione presentata si evince che gli spazi a disposizione sono ristretti, non è chiara l’organizzazione del cantiere e non è analizzata in modo esaustivo la presenza del Fosso Reale in stretta adiacenza alla discarica in un’area connotata da rischio idraulico con la presenza della falda acquifera ad una profondità non determinata”.

Le carenze degli studi sull’inquinamento ambientale

Da un punto di vista dell’inquinamento ambientale in atmosfera si invita a considerare un modello di campo metereologico trentennale e non annuale. Si chiede, al fine di valutare lo stato dell’aria, di considerare l’apporto di numerosi inquinanti che non sono stati inseriti nello studio solo perchè la legge non ne indica dei limiti/obbiettivo. La rilevazione dovrà essere fatta con un opportuno monitoraggio da effettuarsi prima della realizzazione dell’opera e anche durante l’esercizio della nuova pista. Altra carenza segnalata è il non aver effettuato simulazioni relative al traffico indotto dalla nuova pista. Le conclusioni del proponente a giudizio del Ministero dell’Ambiente sono “esposte in maniera qualitativa e in alcuni aspetti risultano contraddittorie e/o imprecise”. “Una contraddizione – spiegano i tecnici ministeriali – si può riscontrare nel fatto che, pur a fronte di un aumento delle emissioni, i livelli di concentrazione degli inquinanti al suolo, possono essere considerati invariati o sostanzialmente tali”.

Inquinamento acustico, chiesta valutazione dell’uso bidirezionale della pista

Sul fronte dell’inquinamento acustico, negli studi di Adf, mancano la valutazione di possibili altri utilizzi della pista, compreso l’uso bidirezionale (dunque non soltanto in direzione di Prato, come previsto da Adf) e una diversa distribuzione dei decolli. Il Ministero invita inoltre a valutare “la possibilità di utilizzo della nuova pista da parte di altre tipologie di aeromobili attualmente non presenti nello scalo (fleet mix compatibile con dimensioni/capacità della futura pista). E si chiede inoltre di studiare in modo dettagliato i due scenari post operam: sia quello di entrata in esercizio, previsto da Adf nel 2018, sia la configurazione di massimo sviluppo: lo scenario 2029, indicando la popolazione esposta ai rumori.
Adf dovrà dettagliare anche l’impatto della fase di cantiere e il cronoprogramma dei lavori e la compatibilità con i ricettori sensibili, tra cui il Polo scientifico di Sesto Fiorentino, che si trova a ridosso della nuova pista. Infine il Ministero dell’Ambiente segnala carenze nelle azioni a tutela della biodiversità e delle specie aviarie e anfibie che popolano le aree umide nelle zone limitrofe alla nuova pista.

Leggi il documento con tutte le richieste di integrazione  da parte del Ministero dell’Ambiente a Enac e Adf.

Dario Zona

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ortensia
ortensia
8 anni fa

Alla fine l’aeroporto si farà, ma questa notizia vale quanto dieci ricorsi al Tar.

Io
Io
8 anni fa

D’accordo. Si farà. Forse.

Jerry
Jerry
8 anni fa

Bene, attendiamo la solita circostanziata replica dell’autonominatosi CentroStudiPrato2.0 e prezzolati vari Biffoniani/Renzisti…

Il-Luca
Il-Luca
8 anni fa

Certo ortensia, vale proprio quanto un ricorso al TAR…

simone
simone
8 anni fa

se la questione viene scrupolosamente esaminata da tecnici competenti tutta l’operazione prevista non sta in piedi, ma se ci sono forzature politiche il discorso è un altro, ma i comuni interessati Prato, Campi e Sesto non hanno titolo di protestare in quanto alle ultime elezioni hanno rieletto in maniera plebiscitaria nuovamente il governatore Rossi il quale con tutta onesta’ non ha mai fatto mistero di volere a tutti i costi l’aeroporto chi è cagione del proprio male non pianga

myrian
myrian
8 anni fa

Spero che ci sia a Roma qualcuno che ha a cuore la questione ambientale e si decida per il no,in quanto a livello locale penso che sia tutto questione di poteri forti dietro la vicenda e ciò da la certezza dell’incapacità di Rossi e Biffoni di pensare al bene dei cittadini interessati a meno che non abbiano anche loro un tornaconto in poltrone prestigiose in futuro.

alessio
alessio
8 anni fa

Chiunque con minimo di senno capisce che si tratta di un’opera non solo inutile, ma terribilmente dannosa per tutta la piana, oltre che uno sperpero di denari pubblici. Le osservazioni del ministero dell’ambiente sono ossigeno per chi ha sempre sostenuto questa posizione e ci fa tornare a sperare in uno Stato che non sia schiavo delle varie lobby

piero
piero
8 anni fa

il progetto ADF/ENAC è pieno di lacune e omissioni intelligenti
ovvio che il MINAMB se ne sia accorto, ma in seconda battuta
tutto verrà “regolarizzato” e le obiezioni rientreranno perchè nessuno vorrà rimetterci il posto anzi, ci saranno per premio nuovi incarichi di prestigio