Popolare di Prato, i promotori pronti a dar vita a un altro istituto “pratocentrico”

All’indomani della notizia dell’interrogatorio dei dipendenti della Banca Popolare di Vicenza (Leggi l’articolo), nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Vicenza che vede coinvolti i vertici dell’istituto, i promotori della Banca Popolare di Prato tornano a far sentire la propria voce. In particolare, parlano di “curiose coincidenze”. “È innegabile, calendario alla mano, che la strategia della Popolare di Vicenza, almeno per quanto concerne i tempi, abbia ostacolato in maniera evidente il progetto atto a costituire un istituto di credito pensato principalmente per Prato e i pratesi. Il progetto della Banca Popolare di Prato è tramontato lo scorso maggio e nessuno del Comitato Promotore si è mai permesso di pensare male, quando forse qualche stoccata sarebbe potuta essere lanciata all’indirizzo della BPV. La Banca Popolare di Prato non si farà. E il Comitato Promotore si dice pronto a regalare all’Amministrazione Comunale, se essa li accetterà, il nome e il simbolo della banca affinché possano essere riutilizzati per ulteriori tentativi. Un Castello dell’Imperatore stilizzato, eretto a simbolo di protezione dei risparmi. Inutile leggere l’ironia della vicenda: oggi molti risparmiatori pratesi avrebbero proprio bisogno di un difensore delle proprie finanze, accumulate sovente con tanti sacrifici”. Non solo: alcuni dei promotori si dicono pronti a “rimettersi in moto per istituire un nuovo istituto di credito. Al momento, scottati anche dal precedente insuccesso, non vogliono esporsi, ma hanno trovato, nel corso di oltre quattro anni di lavoro e di contatti, numerosi investitori privati intenzionati a collaborare a un progetto bancario. Non più un’azienda di credito di natura popolare, ma pur sempre una banca “pratocentrica” intenzionata a investire realmente sul territorio pratese. Questi ex promotori della BPdP hanno iniziato un percorso di ascolto all’interno del tessuto economico e sociale cittadino, chiedendo se stavolta i tempi siano veramente maturi per restituire a Prato la sua banca”.