6 Ottobre 2015

Sanità, “riforma fatta con la ruspa”: parte la raccolta firme per abrogare la nuova legge


Servizi sanitari accorpati nei capoluoghi, taglio di posti letto, carenza di personale, una medicina territoriale che latita. Questa la politica sanitaria portata avanti dalla Regione Toscana negli ultimi anni, nella descrizione che il comitato pratese di Sì Toscana a Sinistra, il Movimento 5 Stelle e il Partito umanista ne hanno ribadito ieri sera di fronte ai cittadini presenti all’assemblea pubblica nei locali della circoscrizione Est.
Una situazione che, sottolineano, verrà aggravata dall’applicazione della legge 28/2015 di riordino del servizio sanitario regionale. Per questo, insieme, promuovono la raccolta firme per indire un referendum abrogativo della legge in questione: no all’accorpamento delle ASL in 3 aree vaste, troppo complesse e burocratizzate e soprattutto lontane dai territori. A parlare ieri sera anche i consiglieri regionali Andrea Quartini (Movimento 5 Stelle) e Paolo Sarti (Sì Toscana a sinistra).
“Questa legge tende a tagliare completamente le risorse del servizio sanitario – punta il dito Quartini – riconoscendo 2000 esuberi e concentrando il potere su poche aziende, allontanandosi dai cittadini e non dando la possibilità di usufruire di tutti i servizi specialistici che la sanità offre”. “E’ una legge fatta con la ruspa – sottolinea Sarti – che porterà danni alla sanità toscana. Dobbiamo abrogarla quanto prima e poi mettiamoci a lavorare per migliorare ulteriormente la sanità”.
Nel promuovere il referendum, i promotori chiedono un servizio sanitario pubblico, finanziato con la fiscalità generale e che garantisca a tutti parità di accesso alle prestazioni, senza discriminazioni per residenza o condizione economica e sociale.
Le firme per indire il referendum vengono raccolte presso l’Urp del Comune di Prato o nei banchetti in giro per la città.
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Associazione per non morire
Associazione per non morire
8 anni fa

Questo accade a Lucca…della serie che ..ormai il deserto del “non ascoltare” si sta diffondendo in modo volgarmente copioso…

In riferimento all’articolo sopracitato, l’Associazione vuole esprimere alcuni concetti di ordine generale e, altre osservazioni a riguardo dell’economia sanitaria Regionale e, infine, aprire un dibattito pubblico di vero interesse verso un settore che, purtroppo e fino a prova contraria, quello della Sanità è, forse, il più delicato e doloroso della vita di ognuno di noi.
Vogliamo innanzitutto sottolineare che, se, nell’ambito di un sistema sanitario, non si focalizzano gli sforzi verso una rinnovata cultura del personale, ogni tentativo di “tappare i buchi” per mancanza di professionalità e di numero di dipendenti risulterà, per noi, sempre vana e poco credibile.
Evidenziamo alcuni aspetti di ordine generale che , ogni giorno, sono alla base di una difficile identificazione del personale medico, paramedico ed amministrativo nel lavoro presso le strutture dell’ASL 2.
Esiste una difficoltà evidente ad incentivare il personale in ordine economico e psichico e creare una maggiore efficienza, in quanto, per noi, l’espressione “efficienza del servizio sanitario” è ambigua e fallace.
Non vi è, realmente, un sistema di monitoraggio sia della spesa che dei risultati, in quanto non vi sono delle regole stabilite e condivise se non quelle legate al risparmio che, è per noi palese, ad oggi è l’obiettivo primario di ogni Azienda Sanitaria.
Nella difficoltà di fare comprendere al personale tutto, ed in particolare modo a quello Dirigente, di essere parte integrante di una organizzazione con finalità non personali ma di efficienza globale e che, l’azione, deve rispettare regole e leggi, in primis l’articolo 32 della Costituzione Italiana.
Difficile il rapporto con il quotidiano ed un comportamento “virtuoso” , infatti grazie a parametri contrattuali, alcune voci sulla valutazione del singolo soggetto lavoratore sono totalmente assenti, e la “performance”, viene raggiunta o meglio, deve essere raggiunta, sotto lo scacco di un nebuloso interesse al risparmio.
Pertanto, concludendo la parte “filosofica” del nostro ragionamento vogliamo profilare che l’efficienza e la qualità dei servizi sanitari erogati alla popolazione non dipendono in maniera diretta da modelli, ogni paradigma può essere gestito bene o male, ma piuttosto i fattori determinanti sono, per noi di altro genere, quali: la responsabilità personale, la verifica dei risultati, la considerazione del contesto, la fluidità delle relazioni gerarchiche…
Dal punto di vista del risparmio descritto nell’articolo, nell’accorpare 12 AASSLL in tre, nel ridimensionare i servizi e via dicendo, vogliamo solo evidenziare i dati economici della nostra Regione e, ovviamente, lasciare a chi legge l’interpretazione dei numeri analitici ed asettici.
Il Budget della Regione Toscana nel 2014 è stato di 8 miliardi e 994 milioni di euro.
Di questi 7 miliardi e 884 milioni di euro, ovvero il 75 per cento del bilancio, solo per gestire la sanità con i suoi 51460 operatori.
La Regione ha speso per i nuovi 4 Ospedali 421 milioni 892 mila e 892 euro, con il contributo del privato pari a 72 milioni di euro, il 25 per cento.
Con il contratto tra il pubblico ed il privato, gestore dei servizi non sanitari per i 19 anni decisi, si avrà un esborso di circa 66 milioni di euro annui verso il projet financing, che diviso 4 determina esattamente , per ogni ASL 16 milioni e 500 mila euro.
Quindi in sintesi, il privato nei 19 anni di attività con il pubblico, intascherà, a fronte degli iniziali 72 milioni di euro investiti la cifra di 1252 milioni di euro

Pertanto, questo il quadro , la nostra opinione è, quella ribadita in altri ambiti e da altri soggetti, e cioè che, i tagli si possono fare laddove il denaro esiste, in un ambito di un risparmio che, se pur legittimo, addiviene da una strategia studiata a tavolino e, come quasi sempre accade, sulle spalle dei più deboli.

ASSOCIAZIONE PER NON MORIRE LUCCA

aldo campolo
aldo campolo
8 anni fa

Vorrei che almeno per un giorno le firme vengano raccolte davanti al nuovo ospedale…sono certo del successo