19 Dicembre 2015

Brunetti e Antonelli a concordato, 22 dipendenti in cassa integrazione. Gli altri 9 confluiranno in una new company


Il settore dell’edilizia pratese sempre più in difficoltà. Sarà un Natale amaro per 22 dei 31 dipendenti della ditta Brunetti e Antonelli Spa, una delle più importanti realtà del comparto, che cessa l’attività. Come annunciato dai sindacati, che hanno ripercorso a ritroso la vicenda, a breve dovrebbe essere presentato un concordato.

Cgil, Cisl e Uil non nascondo le loro preoccupazioni per il futuro: con un accordo sottoscritto agli inizi di dicembre, sottolineano, è stata aperta la cassa integrazione ministeriale per i 22 lavoratori in questione, mentre i restanti 9 troveranno collocazione in un nuovo ramo aziendale che dovrebbe diventare operativo con l’avvio del nuovo anno e che prenderà il nome di “Brunetti Costruzioni srl”. Sarà proprio questa nuova realtà a gestire i lavori già in essere. Ma per coloro che non confluiranno nella newco si susseguono i punti interrogativi.

“Questi 22 dipendenti che non si sa quando riceveranno la prima indennità di Cassa integrazione – sottolinea Antonio Ciampi di Feneal Uil Prato -. Tra la richiesta di Cassa integrazione e la prima erogazione trascorrono, in media, sei mesi. Significa che i dipendenti potranno eventualmente vedere i primi soldi magari ad aprile o maggio. Siamo stati messi al corrente della gravità della situazione troppo tardi. Erano stati licenziati quattro dipendenti lo scorso maggio ma non immaginavamo che le cose potessero precipitare così. Per quanto riguarda invece i nove soggetti che confluiranno nella nuova compagnia, ci domandiamo in che modo potranno farsi carico del lavoro, di tutti gli appalti dell’azienda. Si tratta infatti di due capo-cantieri, due autisti, quattro tecnici e un amministrativo. In che modo questo personale potrà far fronte agli impegni presi?”.

In attesa di conoscere gli sviluppi della vicenda, arriva l’annuncio della stretta sui controlli nel settore dell’edilizia pratese: a gennaio i sindacati, in accordo con l’Ispettorato del Lavoro, daranno il via a un monitoraggio più incisivo sul territorio. L’obiettivo, al solito, è scovare e denunciare le irregolarità. Troppe, nella giungla delle costruzioni, una realtà che conta – ad oggi – 420 imprese a livello provinciale e 930 adetti totali iscritti alla Cassa Edile Pratese.

“Cercheremo di fare tutto ciò che è nelle nostre possibilità – sottolinea Enrico Menici di Filca-Cils Prato -. Proveremo a calendarizzare gli impegni e, se necessario, passeremo al personale dell’Ispettorato le nostre segnalazioni. Ovviamente, spetterà a loro recarsi sui cantieri ma noi siamo pronti a fare la nostra parte per il rispetto delle regole. Vogliamo far emergere le criticità contrattuali ed evitare tragedie”.

Un effetto domino, quello tra crisi e lavoro nero nei cantieri. Ma la difficile congiuntura economica – attaccano le parti sociali – sta ridisegnando persino l’iter tradizionale dei negoziati: fallimenti e ridimensionamenti dell’organico, spiegano Cgil, Cisl e Uil, vengono gestiti dalle aziende in tempi troppo stretti e senza il tempestivo contributo delle sigle sindacali, chiamate in causa in ritardo quando ormai, per la tutela vera dei lavoratori, resta purtroppo poco da fare.

“L’appello che lanciamo è semplice: chiediamo alle aziende di fidarsi di più dei sindacati – rimarca Emilio Testa della Fillea-Cgil Prato -. Quando siamo stati chiamati nei tempi corretti siamo riusciti a dare precise informazioni alle aziende sia in merito alle condizioni economiche che per quanto riguarda le procedure relative agli ammortizzatori sociali. Non vorremmo sentir dire più ai lavoratori, come talvolta accade, che non si sentono supportati dal sindacato. Il sindacato c’è ma le imprese ci permettano di fare il nostro lavoro per il bene dei dipendenti”.

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