10 Febbraio 2016

Banca Popolare di Vicenza, il bilancio 2015 si chiude in perdita per 1,4 miliardi di euro


La Banca Popolare di Vicenza ha chiuso il 2015 con una perdita di 1,4 miliardi di euro, quasi il doppio rispetto al rosso del 2014: ovvero 758 milioni. Il bilancio è stato approvato ieri dal consiglio di amministrazione che ha anche rivisto il piano industriale 2015 – 2020. Sul consuntivo pesano gli accantonamenti e le rettifiche dovute alla pulizia dei bilanci, a seguito dell’intervento della Banca centrale europea che ha chiesto maggiori garanzie. Ma pesa anche la fuga dei correntisti; se infatti i soci da mesi – dopo la svalutazione delle quote da 62,5 a 48 euro – vedono le proprie azioni congelate in attesa dello sbarco in Borsa, molti correntisti hanno chiuso i conti. La raccolta diretta della Banca, ammonta infatti a 21,9 miliardi di euro, in flessione del 23,3% rispetto al 2014. Una riduzione che la stessa Popolare di Vicenza addebita a “fenomeni che hanno interessato la Banca in corrispondenza di eventi straordinari (perquisizione della Guardia di Finanza a fine settembre 2015) e il sistema bancario nel suo complesso (effetto mediatico decreto salva banche a fine dicembre)”.

I crediti deteriorati verso la clientela sono saliti di 1,1 miliardi a 5,3 miliardi con l’indice di copertura dei crediti deteriorati pari al 42,41% (37,9% a fine 2014). Il patrimonio netto della Banca, per effetto della perdita di esercizio, scende da 3,7 miliardi di euro a 2,5 miliardi.

La Popolare di Vicenza comunica di aver completato la ricognizione sui finanziamenti concessi a fronte di acquisto di azioni proprie. Una modalità censurata dagli organismi di vigilanza che avevano contestato l’inserimento di queste azioni nel conteggio del patrimonio di vigilanza, e in alcuni casi – come avvenuto a Prato – finita nel mirino della Procura che indaga per il reato di estorsione (leggi l’articolo).
Il totale dei finanziamenti “correlati” all’acquisto di azioni BpVi è di 1,1 miliardi. A fronte di tali finanziamenti e dei rischi associati, sono state effettuate rettifiche di valore per 466 milioni e accantonamenti al fondo rischi e oneri per 352,6 milioni.
La banca ha confermato l’aumento di capitale fino a 1,5 miliardi di euro da sottoporre all’Assemblea Straordinaria dei Soci. Un rafforzamento che sarà fondamentale per raggiungere livelli di copertura patrimoniale adeguati: il Cet 1 è infatti attualmente al 6,65%, tra i più bassi del sistema creditizio italiano, e con l’aumento di capitale dovrà raggiungere il 12%, al di sopra del target Bce fissato al 10,25%.

Il nuovo piano industriale 2015 – 2020 prevede interventi più incisivi di contenimento dei costi, tra cui la chiusura entro giugno 2016 di circa 76 sportelli, dopo i 74 già chiusi lo scorso anno; ma anche la cessione di partecipazioni non strategiche, tra cui ICBPI e SAVE con la realizzazione di plusvalenze per complessivi 184 milioni. La luce in fondo al tunnel è prospettata al 2018 con utile netto superiore ai 200 milioni, con previsione di arrivare a 300 milioni nel 2020.

Subscribe
Notificami
guest
1 Comment
Oldest
Newest Most Voted
Inline Feedbacks
View all comments
Martino
Martino
8 anni fa

E tutti erano a ossequiare Zonin e c. Poveri pratesi senza spina dorsale e dignità’.