Popolare Vicenza, assemblea infuocata con i soci pratesi. Iorio: “Ricostruire il patto di fiducia con Prato”. Ma dalla platea sale la rabbia VIDEO


Da una parte la richiesta di accordare fiducia “nell’unica strada percorribile” dalla Banca: quotazione in Borsa e aumento di capitale da 1,5 miliardi di euro. Dall’altra i dubbi e la rabbia dei soci pratesi, intervenuti in 532 all’incontro preassembleare che i vertici della Popolare di Vicenza hanno avuto oggi pomeriggio al teatro politeama. Il direttore generale Francesco Iorio ha provato a spiegare le ultime vicende, tra cui la vendita di azioni correlate a finanziamenti per 1,1 miliardi di euro finiti nel mirino della Bce, ha giocato la carta del rinnovamento (“da quando sono arrivato 14 top manager su 16 sono stati sostituiti”), quella della trasparenza (“abbiamo fatto piena pulizia e il bilancio 2015 lo dimostra”) ha ammesso alcuni errori del passato, ma non quelli che si aspettavano i soci, scottati dalla svalutazione delle quote passate da 62,5 euro a 48 euro lo scorso anno. “Questa Banca ha dato molto di più della fiducia che riceveva. La gente veniva qui a prendersi i soldi ma non veniva qui a depositarli. É una Banca che dava tanto ma riceveva poco” ha detto Iorio, che ha poi invitato i soci a rinnovare il patto di fiducia con l’istituto di credito, in vista dell’assemblea del 5 marzo a Vicenza che sarà chiamata a votare la trasformazione in SPA, l’aumento di capitale sociale e la quotazione in Borsa. “È l’unica strada possibile per evitare la liquidazione, e oltre ad una scelta di fiducia è anche una scelta razionale. Vogliamo tornare ad essere banca del territorio, senza assistenzialismo, che fa raccolta e reinveste in modo attento”.


Ad essere venuta meno, finora, secondo Iorio è stata la fiducia dei correntisti. Soprattutto a loro – ha sottolineato il dg – si deve la contrazione del 23% nella raccolta diretta che la Banca ha registrato nel 2015.

I soci hanno però interrotto più volte il discorso del direttore generale, che é stato costretto a dare loro la parola prima di aver concluso il suo intervento. Tante le testimonianze dei risparmiatori che si sono sentiti traditi dalla banca. Tra i molti che hanno lamentato di aver perso buona parte dei loro investimenti (gli analisti sei mesi fa stimavano a meno di dieci euro il valore attuale delle azioni), c’è anche chi ha contestato il fatto che la maggior parte dei consiglieri di amministrazione della gestione Zonin-Sorato è tuttora in carica e non hanno avviato l’azione di responsabilità nei confronti della vecchia dirigenza.

Amarezza e disperazione si sono alternate sul palco, negli interventi accalorati dei soci che hanno preso la parola di fronte alla platea. Portavoci di speranze svanite e delusioni che, in molti casi, portano i segni di perdite economiche di almeno migliaia di euro.
Tante le domande rivolte al nuovo direttore generale e tante le richieste di invertire la rotta partendo da un gesto forte: la sostituzione in toto della vecchia gestione, responsabile della bufera che ha travolto BpVi. “Non ho visto saltare le poltrone – ha sottolineato Tommaso Caparrotti, architetto e capofila della protesta di un gruppo nutrito di clienti della banca -. Il cda non è cambiato di una virgola. Mi sarei aspettato un gesto forte da parte della dirigenza. Come pensate di chiederci di avere fiducia? Per adesso siamo certi solo di una cosa: gli stipendi dei manager rimangono gli stessi mentre la banca si svuota. Quando la banca guadagna, la banca va avanti. Quando la banca perde, perdiamo noi. Questo non è giusto, siamo i proprietari”.

“Non possiamo costringere ad andarsene i consiglieri di amministrazione, ma il prossimo cda che dovrà insediarsi entro giugno potrà valutare l’azione di responsabilità” ha risposto Iorio che ha annunciato la creazione di un tavolo di conciliazione con i soci per i contenziosi che si stanno aprendo sulla svalutazione delle quote e i meccanismi di recesso.

Antonio Baiano è un’altra delle voci che ha parlato al microfono. Efficace e diretta la metafora che ha usato per descrivere la gestione dell’istituto di credito in merito al valore “gonfiato” delle azioni. “Voi avete venduto Brunello di Montalcino quando si continuava a stappare aceto”, ha ripetuto. “Se la banca chiude a me non interessa – è stato il commento di un altro socio, visibilmente esasperato -. Non vogliamo essere presi in giro. Qui dovevano venire le persone che hanno fatto tutto questo. Vi dovete vergognare”.

Più miti i toni del signor Bessi, che ha lanciato un appello affinché “si faccia il bene della banca e quindi dei clienti, non di questi signori”. Bessi ha richiamato l’attenzione di tutti, invitando a un gesto di resposabilità. “Siamo sulla stessa barca, dobbiamo capire in che misura richiare e perdere tutto, nella peggiore della ipotesi – ha ribadito -. Io voglio salvare la BpVi però la banca deve riacquistare la fiducia di questa città, cancellando l’arroganza della passata amministrazione e riportando, come gesto simbolico, i quadri a Prato”.

Il dg Iorio si è detto fiducioso. “Cercheremo per quanto possibile di essere meno arroganti e più presenti sul territorio. Dobbiamo ripartire da un patto nuovo di fiducia – ha detto in chiusura -. Credo ci siano gli spazi per una mediazione seria. Apriremo tavoli di conciliazione”.

Ecco altre testimonianze di soci pratesi BpVi, raccolte prima dell’inizio dell’assemblea.

Dario Zona

Giulia Ghizzani

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Adriano
Adriano
8 anni fa

Ricevuta la grazia gobbato lu santo.I piccoli risparmiatori,pensionati sono stati sempre i polli da spennare per gli avidi e chi si crede intelligente,per i bischeri non c’è paradiso dice un proverbio

bruno
bruno
8 anni fa

aumento di capitale e trasformazione in spa .. necessari .. prenderne atto … poi quando ci si sara’ trasformati … si andra’ alla azione di responsabilita’ ..contro i LADRI .. .forza ragazzi