8 Marzo 2016

Contraffazione, l’onorevole Cenni (PD): “Dal caso Prato gli anticorpi per contrastarla”


“Questa relazione è un caso studio significativo per il tema contraffazione: si tratta del distretto tessile di Prato, peculiare per l’eccellenza del prodotto tessuto, snodo geografico e organizzativo per il comparto moda Toscano, nazionale ed Europeo. Leader in Italia e in Europa, con marchi importanti, con 20.000 addetti, 2,9 miliardi di fatturato nel 2013 e 1,5 miliardi di export”. Lo ha dichiarato la deputata Susanna Cenni, capogruppo Pd, in commissione d’indagine sulla contraffazione e relatrice dell’indagine sulla contraffazione nel settore tessile: il caso del distretto produttivo di Prato.

Cenni aggiunge: “La centralità di Prato ci ha convinto a portare avanti un’indagine sulla contraffazione ed è emerso il legame profondo tra produzione e commercializzazione di prodotti contraffatti, la violazione delle norme sull’etichettatura, il lavoro nero, la criminalità organizzata. Abbiamo svolto missioni e audizioni, sollecitato istituzioni, forze dell’ordine, l’agenzia delle dogane, organizzazioni di impresa e sindacali, magistrati, la Regione. Forte è il legame tra il fenomeno di illegalità e la presenza della comunità cinese, che vive e lavora spesso in condizioni di sfruttamento e assenza di sicurezza. Connessi all’indagine, anche aspetti legati alla contraffazione di marchi che riguardano l’ area del tessile e accessori moda di Firenze, Valdarno, Empoli, Pistoia. Voglio poi ricordare l’indagine svolta a Roma, con il sequestro di oltre 3 milioni di capi di abbigliamento provenienti da Prato. E la vicenda dei cinesi morti nel rogo del capannone dormitorio, che ha visto una determinante discesa in campo per volontà del Presidente Rossi della Regione Toscana con il Patto per il lavoro sicuro nelle province di Prato, Firenze, Pistoia, con 70 giovani ispettori della sicurezza nei luoghi di lavoro, stipulando un protocollo di intesa con le procure di Prato, Firenze, Pistoia”.

“Da questa indagine – conclude Cenni – sono emerse proposte che sottoponiamo a Parlamento e Governo, più controlli incisivi sugli operatori e su chi versa nei Money Transfert; la certificazione etica delle filiere produttive; la tracciabilità dei prodotti; l’etichettatura dei prodotti tessili; la strumentazione tecnologica anticontraffazione; il coordinamento internazionale del sistema delle Dogane; controlli pubblici sulle attività di impresa; sostegno alle filiere del Made in Italy”.

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