4 Maggio 2016

BpVi, i sindacati contro la nuova proprietà: “Rilanci il Gruppo senza fare operazioni di macelleria”


“I bancari sono vittime di un sistema nel quale i banchieri si fanno ricchi senza etica e quando sbagliano (peggio ancora quando delinqono) non pagano”. È uno dei passaggi della nota dei sindacati First Cisl, Fisac Cgil e Unisin di Prato all’indomani del rifiuto della Borsa Italiana alla quotazione della Banca Popolare di Vicenza. Secondo i sindacati, la BpVi , da mesi è “vittima di un linciaggio mediatico” e i dipendenti “da anni hanno gestito con professionalità e spirito di appartenenza il rapporto con quella parte di clientela che ha continuato a credere nell’istituto”.
“I lavoratori del gruppo BpVi hanno certamente fatto il loro dovere – scrivono i sindacati – Ma si può dire lo stesso de banchieri, dei manager strapagati che hanno gestito prima e gestiscono adesso questo Gruppo? La riposta è no”.
La nota prosegue con la contestazione dell’operato del vecchio management, sordo a quanto i sindacati per anni ha sostenuto, con volantini lettere, diffide ed esposti.

“Come risposta siamo stati osteggiati, etichettati come ostacolo al progresso, definiti un’organizzazione che “osava sputare nel piatto in cui mangiava” con un particolare accanimento nei confronti di queste organizzazioni sindacali che invece, a dire della vecchia Direzione aziendale, “avrebbero dovuto ringraziare la BPVi perché aveva salvato il posto di lavoro ai pratesi” oppure venivano etichettate come sigle che ‘operavano per distruggere la BPVI’”.

Ma secondo i sindacati non ha fatto il proprio dovere neppure l’attuale management, guidato da Francesco Iorio, incapace di convincere investitori di tutto il mondo a credere nel rilancio del gruppo. “Un management che – nel frattempo a lavoro ancora incompiuto – ha riscosso una buona entrata milionaria”.

Secondo i sindacati anche la nuova proprietà non farà il proprio dovere. “Almeno così pare leggendo le dichiarazioni dei suoi vertici che nella persona del Sig. Penati – presidente di Quaestio sgr (società di gestione del risparmio che gestisce il fondo Atlante) intende “prendere, vendere, spaccare” il nostro Gruppo con termini più consoni ad un’operazione di macelleria che di rilancio della vita e del benessere di 5800 dipendenti del Gruppo e dei migliaia di soci e clienti della Banca, che sono i veri “stakeholder” i veri portatori di interessi di un azienda di credito. Noi – proseguono First Cisl, Fisac Cgil e Unisin di Prato – ci auguriamo che queste siano solo dichiarazioni di facciata, che la gestione vera del fondo Atlante non abbia meramente natura speculativa ma di rilancio industriale della Banca, rilancio che deve essere oggetto di una confronto anche acceso ma positivo con le Organizzazioni Sindacali del Gruppo Banca Popolare di Vicenza”.

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